“Non saremmo mai tornati a parlare se non fossimo stati costretti, ancora una volta, dalle circostanze; se non ci fossimo scontrati con le violazioni nette e caparbie di alcune testate giornalistiche e televisive che hanno diffuso la notizia dell’allontanamento di nostro figlio presso una struttura con équipe specializzata al nord Italia e hanno poi ignorato le reiterate richieste di smentita”. Lo affermano in una nota i genitori affidatari di Miele, il bimbo di tre anni abbandonato alla nascita a Ragusa. Il piccolo era stato dato in affido alla coppia che ne ha chiesto l’adozione, ma la madre naturale ha chiesto di riaverlo con sé e la Corte d’appello di Catania, con provvedimento confermato dalla Cassazione, ha trovato un vizio di forma nella procedura e ha disposto che torni da lei entro il 28 dicembre prossimo.
“Miele è nella sua casa, con la sua famiglia” ribadiscono i genitori. “Ci chiediamo ancora – prosegue la nota – come mai sia stata diffusa una notizia non corrispondente al vero (nessun provvedimento di questo consta essere stato assunto e notificato). A nostro supporto anche il documento dell’Autorità Garante sull’infanzia e l’adolescenza sulla decantazione affettiva: “In una delle testimonianze viene riferita la decisione del Ctu e del tribunale di inserire il minorenne in struttura per un periodo di “decantazione affettiva”. Ebbene, riteniamo di dover dire con chiarezza che il persistere di tale prassi sia assolutamente da contrastare in quanto priva di motivazioni scientificamente fondate e dannosa per il minorenne che si trova a subirla.
Le conoscenze disponibili sulla relazione di attaccamento – sottolineano i genitori affidatari – evidenziano con chiarezza che vivere in un contesto meno ricco di relazioni affettive pregnanti e privilegiate, non è di alcuna utilità per il minorenne, privandolo di un nutrimento emotivo di cui ha assolutamente bisogno”.
La coppia ha lanciato anche una petizione online sul portale Change.org “Lasciate Miele con la sua mamma e il suo papà” che ha già raccolto quasi 28mila firme.