Presentato sabato scorso, in una sala gremita di Palazzo Spadaro a Scicli, il libro Chiafura. Un quartiere rupestre in Sicilia tra Medioevo ed età contemporanea, a cura di Paolo Militello. L’opera racconta e descrive uno dei luoghi più suggestivi della Città, una “città rupestre” che negli anni ’50 del Novecento determinò la chiamata a raccolta di tanti intellettuali (fra cui Pier Paolo Pasolini, Carlo Levi, Renato Guttuso) giunti in Sicilia per denunciarne il degrado abitativo, ma che oggi rappresenta una testimonianza da salvaguardare e valorizzare.
Il libro, edito dall’Università di Catania in collaborazione con la Confeserfidi e con “Il Giornale di Scicli”, ha il merito di tenere aperta la finestra dell’attenzione su Chiafura. Come ha spiegato l’AD di Confeserfidi, il dottor Bartolo Mililli, il Confidi siciliano che ha sede a Scicli ha scelto di sostenere concretamente la pubblicazione del libro, dando seguito a quello che è uno spirito collaborativo e di afflato con la Città.
“La crescita del nostro confidi – ha detto l’AD di Confeserfidi, tracciando un rapidissimo quadro dell’attuale situazione – i risultati che abbiamo ottenuto in questo 2023 (che è l’anno del venticinquesimo dalla nostra nascita) e quanto ogni giorno realizziamo, hanno radice in questa Città dove tutto ha avuto inizio. E se anche oggi siamo un Confidi di dimensione nazionale (con rapporti anche a livello internazionale), ramificato e diffuso in Sicilia e nel Paese, restiamo felicemente ancorati alla nostra Città e vogliamo continuare ad essere presenti in momenti come quello di stasera. Collaborare all’opera di Paolo Militello lo avvertiamo come un piacevole compito cui abbiamo voluto assolvere con grande entusiasmo”. “L’auspicio – ha aggiunto Militello – è che questa pubblicazione possa dare un contributo alla conoscenza, e quindi al recupero, di Chiafura e di tutta l’architettura rupestre di Scicli e del suo territorio. Perché molto è stato fatto, ma purtroppo, oggi, ancora molto resta da fare”.
Parole di ringraziamento nei confronti di Confeserfidi e del Giornale di Scicli sono state espresse dal professore Paolo Militello e dal professore Giuseppe Pitrolo che hanno presentato l’opera, insieme al Soprintendente per i Beni culturali e ambientali di Ragusa, Dott. Antonino De Marco, al funzionario responsabile della Soprintendenza di Ragusa, l’archeologo Saverio Scerra, ai docenti dell’ateneo di Catania professori Pietro Militello e Alessandro Lutri e all’architetto Ignazio Lutri, già responsabile del progetto di recupero finanziato nel 2003.
La serata è stata anche l’occasione per presentare l’attività della Fondazione Confeserfidi che si pone come obiettivo la valorizzazione culturale di una serie di iniziative che afferiscono al confidi e che hanno un forte valore sul territorio ed oltre. E’ stata aperta la sede della fondazione, in via Arco di Castro, come luogo di incontro per ospitare eventi anche permanenti, mentre sono in cantiere una serie di azioni che serviranno a dare ancora di più il senso di radicamento e la mission culturale che la Fondazione ha insiti nel suo progetto; un progetto che condividerà il primo Incubatore d’Impresa che nascerà a Scicli, su spinta e volontà di Confeserfidi, società finanziaria che lo terrà a battesimo e che ne sarà il riferimento, per fare in modo che la giovane imprenditoria locale possa trovare un interlocutore valido ed efficace per intraprendere la strada ed il proprio percorso di sviluppo.
“Un progetto ambizioso – ha detto l’AD di Confeserfidi, il dottor Bartolo Mililli – su cui, assieme al nostro team, lavoro da tempo e che ha adesso le basi per nascere, crescere e fortificarsi. Perché vogliamo essere di supporto e spinta a chi ha voglia di fare impresa in questo territorio”.