Una cena, cinque amici, quattro risate scandite da ricordi, confessioni, equivoci che conducono la serata verso il confronto, trasformando l’apparente atmosfera di complicità in un furibondo scontro verbale dall’irresistibile ritmo comico. Con la regia di Francesco Maria Attardi e un cast scoppiettante e affiatato, il Perracchio di Ragusa ha ospitato, domenica scorsa, “Famiglia quasi perfetta”: una commedia in cui i protagonisti – interpretati da Francesca Ferro, Eduardo Saitta, Francesca Agate, Adriano Aiello e Plinio Milazzo – si sono concessi senza filtri, mettendo in dubbio vedute politiche, condizioni sociali, credenze popolari e soprattutto rapporti familiari.
Il pubblico presente, nell’ambito del secondo appuntamento della Stagione del sorriso promossa da Teatro in primo piano, si è divertito per le evoluzioni verbali, e non solo, dei protagonisti che hanno animato una pièce di grande impatto. “Famiglia quasi perfetta”, infatti, è una commedia in cui valori come l’amore o l’amicizia sono amaramente messi in discussione da un banale e innocente scherzo, che dà il via ad un’aspra contesa dalla quale nessuno viene escluso. «L’opera – racconta il regista Francesco Maria Attardi – mette in luce come scelte innocue possano diventare fonte di conflitti, portando alla luce rancori nascosti e verità scomode. L’insegnamento che si può trarre da un lavoro del genere, apparentemente leggero, è la necessità di una comunicazione onesta e aperta nelle relazioni interpersonali, che paga sempre». In una commedia basata sulle relazioni, come “Famiglia quasi perfetta”, la regia gioca un ruolo cruciale nel gestire tempi, ritmi e ascolto.
I tempi, ovvero la scelta dei momenti in cui i personaggi parlano o reagiscono, sono fondamentali per creare un flusso naturale e per sottolineare i momenti chiave della narrazione. I ritmi, che riguardano il passo e l’intensità delle interazioni, contribuiscono a mantenere l’attenzione dello spettatore e a guidare le emozioni della scena. E, infine, l’ascolto è vitale per garantire che le reazioni dei personaggi siano credibili e ben calibrate, riflettendo la realistica dinamica delle relazioni umane. E non è un caso che il pubblico si sia sentito coinvolto e abbia applaudito a scena aperta a conclusione della rappresentazione.