Le agevolazioni annunciate dalla Regione Siciliana per coloro che hanno subito l’aumento dei tassi d’interesse dei mutui a tasso variabile negli ultimi due anni sono certamente una misura che potrà dare sollievo ad alcuni siciliani e, per tanto, Federconsumatori Sicilia non può che accoglierle favorevolmente.
Tuttavia, la nostra associazione non può nemmeno non vedere i limiti e gli errori di fondo che renderanno meno efficaci e validi tali aiuti, quando non addirittura discriminatori o pericolosi per la privacy. Si parte dal plafond da 25 milioni l’anno, che può coprire al massimo 16.600 richieste in caso di contributo massimo da 1.500 euro.
Facendo l’ipotesi di un mutuo da 120.000 euro per 30 anni con un interesse che è arrivato al 4%, infatti, nel 2023 i consumatori hanno pagato circa 570 euro di rata mensile, dei quali ben 300-400 euro di soli interessi se non erano passati molti anni dalla stipula.
Si tratta di una situazione assolutamente diffusa in Sicilia, che prevede 3.600-4.800 euro l’anno di interessi pagati, dei quali l’incentivo ne ripaga al massimo 1.500 euro. Non sarà affatto improbabile, quindi, che la gran parte degli incentivi raggiungerà tale cifra o quasi e, di conseguenza, con 50 milioni di plafond non si raggiungeranno i 25.000 cittadini di cui si parla in questi giorni: saranno probabilmente molti meno, a meno che non si aumenti il plafond.
In ogni caso, anche qualora dovessero arrivare altri soldi, resta un nodo di fondo che non potrà essere sciolto: l’agevolazione è valida solo per chi ha effettivamente pagato le rate, quindi vengono esclusi i casi più gravi. Cioè i cittadini che hanno ottenuto la sospensione del mutuo per gravi problemi economici, come la perdita del lavoro.
Chi ha dovuto sospendere le rate, infatti, non può certo dimostrare di averle pagate nel biennio scorso e, di conseguenza, non può chiedere il bonus regionale.
Poi c’è il requisito della cittadinanza italiana, che a nostro avviso è discriminatorio visto che ci sono molti cittadini stranieri in Sicilia che lavorano, sono perfettamente integrati e hanno comprato casa col mutuo ma che, per ragioni personali, non hanno preso la cittadinanza italiana.
Tra l’altro ci sono moltissime coppie miste e, nel caso di mutuo cointestato, il requisito della cittadinanza italiana vale per entrambi i cointestatari. Altrimenti tra i due prende l’incentivo, per la sua quota di mutuo, solo il cittadino italiano.
Benissimo l’esclusione dalla graduatoria dei pregiudicati per reati di mafia e per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, ma altri reati contro il patrimonio o la persona non vengono considerati ai fini della graduatoria. Quindi un ladro, un truffatore comune, uno spacciatore e persino chi si è macchiato di reati sessuali non ha alcuna penalizzazione.
La procedura per ottenere il contributo, poi, è molto macchinosa e per iscriversi in graduatoria ci sarà molto probabilmente bisogno di un consulente, che naturalmente tratterrà una percentuale sull’agevolazione.
Infine, Federconsumatori intravede un enorme problema di privacy nella procedura: la graduatoria con ammessi e non ammessi sarà pubblicata e visibile a tutti.
Ci rendiamo conto che è giusto dare visibilità a come vengono spesi i soldi pubblici, ma nel caso specifico la graduatoria finale sarà un enorme elenco pubblico di persone con ISEE fino a 30.000 euro, cittadini italiani, residenti in Sicilia, proprietari di casa, con mutuo a carico e con difficoltà a pagare le rate.
Un vero e proprio database pubblico, eccellentemente profilato, che sarà utilissimo ai call center delle società finanziarie di tutta Italia, nonché a quelli delle banche che potrebbero usare quei dati per proporre surroghe ai consumatori in elenco.
Non si può fare, ma siamo certi che qualcuno lo farà.