Prosegue con toni molto accesi, che sconfinano oltre i limiti della dialettica politica, la polemica tra la deputata regionale M5 Stefania Campo e il suo collega della Dc Ignazio Abbate, nella veste di presidente della 1 Commissione Affari istituzionali. Oggetto dello scontro la bocciatura in aula, complici deputati di maggioranza, del ddl di riforma delle province, atto preparato appunto in commissione e portato in aula per volere di Abbate nonostante il parere negativo degli uffici dell’Ars. Alla luce di tali fatti, Campo aveva chiesto le dimissioni di Abbate dalla carica di presidente della Commissione. Ora, a seguito di alcune dichiarazioni da parte del deputato Dc modicano nei confronti di Campo, quest’ultima torna alla carica e spiega “ho la netta sensazione di aver cliccato sul tasto giusto, visto che ad Abbate sono saltati i nervi.
Il braccio politico ibleo di Totò Cuffaro, parla difatti di una mia invidia personale nei suoi confronti senza invece accettare il confronto sulla questione politica che ho posto: di chi è la primaria responsabilità della bocciatura di una legge filo-governativa se poi uscendo dalla Commissione viene stroncata in Aula dalla stessa maggioranza? Come fa Abbate a non comprendere un aspetto così lampante delle dinamiche parlamentari? Oltre che inadeguato, arrivati a questo punto, devo anche pensare che voglia manipolare la corretta cronistoria di come siano andate le cose in questi ultimi quindici giorni? Purtroppo per lui, la strategia del parlare d’altro per non ammettere il disastro che ha compiuto, con me non funziona: la realtà è sotto gli occhi di tutti: due leggi bocciate anche per sua personale responsabilità”. Lo dice la deputata regionale Stefania Campo, dopo le accuse di invidia personale da parte di Abbate che dopo avere rimediato un’autentica batosta sul Ddl Province, non ha trovato meglio da fare che tacciare di invidia la deputata del Movimento 5 Stelle.
“Sull’infelice battutina dell’invidia personale, senza ovviamente voler infierire, mi permetto di dire che l’ultimo dei politici che potrei invidiare è proprio Ignazio Abbate. Ha preso in mano un Comune già con le casse in pre dissesto e l’ha abbandonato con le casse devastate. Ha cominciato la sua carriera da professionista della politica con il PDS e una lista provinciale di sinistra e poi ha fatto il salto dello stambecco da un partito ad un altro fino ad accasarsi nell’antica Democrazia Cristiana di quel Totò Cuffaro, condannato a ben 7 anni di carcere per favoreggiamento alla mafia. Un partito oltretutto di caratura esclusivamente regionale, e che fuori dalla Sicilia risulta essere completamente squalificato, se non addirittura privo di una qualsiasi significativa consistenza, tanto da venire messo fuori dalla porta (per le elezioni europee) anche da Forza Italia. Ed è, altresì, impossibile invidiare un uomo politico che, ad esempio, pensa di poter condizionare la vita amministrativa di Ragusa, e provincia, in virtù delle elemosine di cui si riempiono esageratamente la bocca i suoi portatori di voti nel capoluogo e negli altri comuni. Ironia della sorte, faccio notare che le uniche leggi di rilievo approvate in Aula finora sono targate Movimento 5 Stelle, basti pensare all’obbligatorietà dello Screening neonatale per l’atrofia muscolare spinale, senza contare le numerose norme di indubbia rilevanza sociale contenute nelle leggi finanziarie e collegati vari, tra cui quella, recentissima e a mia prima firma, che istituisce finalmente le Palestre della Salute anche in Sicilia, o quella che prevede contributi a fondo perduto a valere sul Fondo Sicilia per le imprese siciliane, o infine quella che permette finalmente di istituire lo Sportello Unico per la Disabilità.
E in quanto alla città di Modica, sempre per rimanere sul piano politico, grazie alle mie restituzioni personali si è potuto riqualificare e riorganizzare il Museo Campailla. Questi sono “i fatti”, Abbate se ne convinca. Voleva far colpo sul presidente Schifani per ottenere un assessorato e invece si è dimostrato inadeguato: si dimetta da presidente della prima commissione”. Di fronte a questo incalzare di critiche che coinvolgono buona parte degli aspetti della vita politica di Abbate, in molti si chiedono se il politico democristiano modicano preferirà non rispondere per non alimentare la polemica o se si prepara a dar fuoco alle polveri. (daniele distefano)