E’ stata, la settimana che chiude oggi, decisamente all’insegna di un fuoco di fila che consiglieri di maggioranza, forze ambientaliste e forze di opposizione sia di sinistra che di destra hanno rivolto a vari aspetti dell’attività amministrativa della Giunta Cassì. Ci riferiamo ai rilievi mossi dai consiglieri di maggioranza Bennardo, Caruso e Zagami, relativamente alla mancanza dei piani di spesa 2021 2022 e 2023 per l’utilizzo dei fondi della legge per Ibla; ci riferiamo alle pesanti accuse mosse da Legambiente Ragusa sul fatto che siano stati utilizzati i fondi PNRR per la rivitalizzazione della vallata Santa Domenica distruggendo però la biodiversità di cui l’area era ricca. Ci riferiamo ora alle accuse mosse dal gruppo consiliare Pd relativamente alla decisione di aumentare gli stipendi dei componenti della Giunta e alla ennesima segnalazione del coordinatore cittadino di Fratelli di Italia, Luca Poidomani, sulle criticità non risolte del centro cittadino (e di cui riferiamo in altra parte del giornale).
Intanto vediamo cose scrive il gruppo consiliare democratico sulla questione dell’aumento degli stipendi, che avviene, fanno osservare i due consiglieri dem Peppe Calabrese e Mario Chiavola “per la seconda volta in meno di un anno”- I due esponenti consiliari Pd scrivono “per la seconda volta dall’inizio del secondo mandato, la giunta Cassì ha provveduto ad aumentare gli stipendi degli amministratori e cioè del sindaco, del vice, degli assessori, del presidente e del vice presidente del Consiglio comunale. La città deve sapere! Cassì, già in occasione del primo aumento – spiegano – aveva tentato di far passare il messaggio che si trattasse di un adeguamento secondo legge, lasciando intendere che fosse obbligatorio e ciò non è vero. Si trattava di una possibilità, non una imposizione. Opportunità che Cassi e la sua giunta, naturalmente, non si sono lasciati sfuggire, tentando anche di fare le vittime: in un post su Facebook di qualche giorno fa, il primo cittadino ha annunciato in qualche modo che ci sarebbe stato anche il secondo aumento, giustificandosi con la disparità rispetto agli altri comuni capoluogo di provincia di Sicilia e sostenendo che se nelle altre città le amministrazioni avevano provveduto all’aumento, allora Ragusa rimaneva l’ultimo comune a non farlo. Insomma, quasi dovremmo ringraziarlo per non averlo fatto prima”.
“A ringraziare, intanto – aggiungono – sono le tasche degli amministratori: lo stipendio del sindaco passa da 6.750 euro circa ai 9mila e 300 euro; 7mila euro circa per il vice; per gli assessori e il presidente del Consiglio lo stipendio sarà di oltre 5mila e 500 euro, fatta eccezione per chi continua a svolgere il lavoro precedente all’elezione perché prederà solo il 50% di quella cifra. Anche lo stipendio del vice presidente del Consiglio comunale è stato ritoccato al rialzo, e se non mantenesse il suo lavoro da dipendente privato potrebbe prendere quasi 3mila e 350euro. L’intera giunta comunale, il sindaco e la Presidenza del Consiglio, dunque, arriveranno a costare alla collettività oltre 800mila euro l’anno. Un’enormità. Riteniamo che tutto ciò sia un insulto alla povertà, al disagio sociale, un’azione che allontana sempre più l’amministrazione dagli ultimi, dai più bisognosi, un’offesa nei confronti di chi lavora otto ore al giorno per 1400 euro al mese. Evidenziamo, inoltre – dicono ancora gli esponenti del PD – che alla seduta della giunta durante la quale è stato deliberato l’aumento, l’assessore Massaria ha partecipato da remoto, mentre era assente l’assessore Iacono. Vorremmo capire come mai quando era con il Partito Democratico Massari sosteneva la necessità di ridurre i costi degli amministratori, mentre adesso partecipa addirittura da remoto per aumentarli.
Complimenti davvero. Per quanto riguarda l’assessore Iacono, invece, vorremo conoscere le ragioni dell’assenza dalla seduta: visto che quando era alleato del M5S era un fautore dei tagli ai costi della politica, abbiamo il sospetto che l’assenza sia stata strategica, forse un po’ per vergogna e un po’ per manifestare la propria contrarietà”. “I due assessori chiariscano in Consiglio comunale le proprie posizioni”, concludono. Intanto, nei giorni precedenti, Calabrese era intervenuto sulla vicenda dei corsi di autodifesa per le donne in quanto il Comune ha indetto una manifestazione di interesse rivolta alle società o associazioni sportive, palestre, enti non commerciali in genere, con sede a Ragusa disponibili a organizzare un corso di formazione di base per l’autodifesa personale in favore di donne maggiorenni, ma a pagamento, prevedendo solo uno sconto del 20% per ogni partecipante. Il consigliere e segretario cittadino del Pd avanza parecchie obiezioni, a cominciare dal fatto che a novembre 2023, il giorno dopo il ritrovamento del cadavere di Giulia Cecchettin e pochi giorni prima della celebrazione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, il Partito Democratico di Ragusa aveva presentato in Consiglio Comunale una mozione per impegnare l’amministrazione comunale a istituire dei corsi di autodifesa, gratuiti, riservati alle donne.
Mozione, ricorda Calabrese “che il mese dopo la maggioranza che sostiene il sindaco Cassì ha deciso di bocciare. Nel frattempo, però – aggiunge – l’amministrazione, in collaborazione con l’Ordine dei Medici promuoveva corsi di autodifesa per il personale sanitario. Oggi, a distanza di quasi tre mesi, veniamo a sapere che il Comune ha indetto una manifestazione di interesse per tali corsi”. Ma il segretario Pd prosegue
“alla fine, anche questa volta possiamo dire che avevamo visto giusto, la proposta era valida e l’amministrazione l’ha fatta propria. Tuttavia c’è un aspetto che non ci convince: perché il corso non dovrebbe essere totalmente a carico del Comune che chiede di istituirlo? Sulla base di quale criterio verrebbe calcolato il prezzo congruo sul quale riconoscere la riduzione di prezzo? A cosa serve una manifestazione di interesse da parte del Comune se poi il servizio non è a carico delle casse municipali? Su questi temi, almeno – conclude Calabrese – ci aspettiamo dei chiarimenti”. (daniele distefano)