Gli Agenti del Commissariato di Polizia di Stato di Modica, nei giorni scorsi hanno dato esecuzione all’ordinanza impositiva degli arresti domiciliari a carico di un giovane di 23 anni residente a Modica, quale aggravamento della misura in atto del divieto di avvicinamento alla persona offesa.
L’ordinanza custodiale fa seguito all’arresto in flagranza del ragazzo che era stato eseguito qualche giorno prima in modalità differita come previsto dalla legge per chi viola la misura del divieto di avvicinamento nell’ambito del reato di stalking ex art. 387 bis c.p.
In quel caso, infatti, gli agenti della Polizia di Stato di Modica hanno applicato la normativa specifica, ossia le legge n. 168 del 24 novembre 2023, recante disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica, che consente alle forze dell’ordine di procedere – entro le 48 ore dal fatto reato – all’arresto di colui che, sulla base di videoriprese e/o documenti informatici ricavabili anche da dispositivi elettronici quali smartphone e tablet, è riconosciuto autore della violazione del divieto di avvicinamento e comunicazione con la vittima del reato.
Ed invero, l’uomo, nonostante la misura afflittiva a suo carico, aveva continuato a pedinare la propria ex, monitorandone gli spostamenti e fotografandone il veicolo in più luoghi della città. Quanto raccolto veniva poi veicolato alla donna mediante profilo social con minacce ed insulti. Acquisiti nell’immediatezza la denuncia della persona offesa e il materiale informatico prova delle reiterate condotte di stalking, i poliziotti si ponevano alla ricerca del persecutore e lo traevano in arresto in flagranza differita.
Alla udienza di convalida, veniva valutato positivamente l’operato degli agenti, e nell’ambito del procedimento penale già instaurato a carico del reo, la Procura della Repubblica di Ragusa richiedeva ed otteneva, quale aggravamento, la misura cautelare degli arresti domiciliari.
Per ulteriormente rafforzare la tutela della persona offesa, nella medesima ordinanza, il G.I.P. disponeva l’applicazione del braccialetto elettronico all’indagato, oltre al consueto divieto di comunicare, anche via sociale, con la vittima del reato.