Etna, forte esplosione e nube di cenere dal cratere Bocca nuova dopo gli anelli di vapore

L’Etna da spettacolo: forte boato ed emissione di cenere dal cratere della Bocca Nuova. L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Catania ha reso noto che si è verificata una forte emissione di cenere, visibile ai crateri sommitali dalle telecamere di sorveglianza per circa 4 minuti. Intorno alle ore 15, infatti, si è verificato un evento esplosivo di notevole intensità che ha coinvolto la Bocca Nuova. “Si è trattata di una singola esplosione – ha dichiarato il vulcanologo dell’Ingv etneo, Boris Bhenke – simile a quella del 21 dicembre 2023”.

La nube nera ha raggiunto i 5.000 metri d’altezza, disperdendosi velocemente in atmosfera. Dal punto di vista sismico, alle ore 15:01 è stata registrata una sequenza di circa 6 esplosioni sommitali, tra cui la più rilevante alle 15:10. “L’ampiezza media del tremore vulcanico – si legge nel bollettino dell’Ingv – si mantiene allo stato attuale, pur con alcune lievi fluttuazioni, nel livello medio. Le sorgenti del tremore risultano localizzate al di sotto del cratere di Sud-Est, ad un’altezza di circa 2.900 metri sul livello del mare. I segnali infrasonici risultano esclusivamente localizzati in corrispondenza del cratere di Sud Est. In ultimo, dall’analisi dei segnali clinometrici non si evidenziano deformazioni di rilievo”.

Da diversi giorni sono ben visibili sulla sommità dell’Etna degli anelli di vapore, noti con il termine tecnico di “volcanic vortex rings”. Si tratta di anelli di vapore emessi da un piccolo cono eruttivo apertosi lo scorso 2 aprile sul cratere di Sud-Est. Ieri, sabato 6 aprile, una scossa di terremoto con magnitudo 2.0 è stata registrata alle ore 8:06, un chilometro a sud-est del centro abitato. È stata nettamente avvertita dalla popolazione locale e dei comuni limitrofi, ma non ci sono state conseguenze di rilievo in considerazione della moderata entità.

Il materiale vulcanico emesso durante l’esplosione di questo pomeriggio si è disperso lungo il versante meridionale, come evidenziato dal modello previsionale sulla dispersione delle ceneri vulcaniche.