“Secondo i dati Copernicus, il servizio meteo della UE, marzo è stato il mese più caldo mai registrato al mondo, che segue al febbraio più caldo di sempre, al gennaio più caldo di sempre, al dicembre più caldo di sempre e così via a ritroso fino al giugno 2023”. E’ quanto si legge in una lettera di Legambiente “Il carrubo” di Ragusa indirizzata ai consiglieri comunali di Ragusa. Ecco come continua la lettera: “Ma non solo l’aria si è riscaldata, anche il mare ha stabilito un nuovo record mensile di temperatura assoluta. Con questi dati la temperatura media globale negli 12 ultimi mesi è la più alta mai registrata da quando si rileva la temperatura dalla fine dell’800.
Nel Mediterraneo la temperatura è cresciuta di più rispetto alla media globale, di almeno il 50% arrivando in alcuni giorni di novembre ad un aumento di 1,8 gradi, più di quanto stabilito a Parigi nel 2015 e ad un passo dai 2 gradi che tutti indicano come livello di non ritorno. Con la fusione dei ghiacciai, contraccolpi sulla biodiversità, sulle barriere coralline, l’innalzamento dei mari e ovviamente nuovi pesanti ondate di calore. L’intera Sicilia è in emergenza idrica con turni di distribuzione ad Agrigento ogni 10 giorni e riserve a Palermo, se non piove in abbondanza nei prossimi mesi, solo fino a fine anno. E siamo solo a inizio aprile con temperature già di 30 gradi. Ragusa non è messa molto meglio con l’abbassamento delle falde. Secondo gli albergatori la stagione turistica è a rischio per mancanza di acqua. Il settore agricolo ha già subito, secondo la regione Sicilia, da 1 a 2,5 miliardi di danni. E non è che l’inizio. Le arance troppo piccole sono destinate al macero, il frumento dovrebbe già essere alto 50 cm. e non arriva a 20, la vite sta maturando anticipatamente con il rischio di una produzione bassa, il pascolo per gli animali è quasi scomparso con gli allevatori che devono acquistare foraggio con prezzi sempre più crescenti.
Di questo quadro climatico nuovo molto inquietante e allarmante, che non farà che peggiorare, il nuovo PRG ne tiene conto in modo del tutto insufficiente. L’aumento dal 20 al 30% della superficie da cedere al comune per farne zone verdi piantando alberi, nelle aree previste dalle schede norma non basta. Avevamo proposto almeno il 50%, così come serve che il 50% delle aree scoperte nel lotto che rimane al privato sia destinato alla piantumazione di alberi. Meglio un parcheggio alberato che un’automobile infuocata. Non è accettabile la motivazione che se si aumentano le superfici da cedere al comune per piantare alberi il privato non ne abbia più la convenienza. Non possiamo accettare di mettere sullo stesso piano l’interesse, pur legittimo, di un proprietario di terreno con il futuro dei nostri figli e nipoti e la tenuta della nostra economia turistica ed agricola. Vi chiediamo, quindi, di fare vostra la nostra proposta e trasformarla in emendamento. Non farlo significa assumersi una grande responsabilità sul nostro futuro e di quello delle prossime generazioni”.