Sarà questa un un’ulteriore tegola che cadrà sulla sanità iblea e soprattutto ragusana? Ci riferiamo alle voci preoccupate ed allarmate in circolazione da qualche giorno, secondo le quali non si potrebbero più fare gli interventi programmati di chirurgia per i bambini all’ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa. E che si possa trattare di qualcosa di più che di voci incontrollate lo dimostra il fatto che sulla questione sia intervenuto ufficialmente il consigliere comunale 5 stelle di Ragusa Sergio Firrincieli che in corso di seduta consiliare ha “chiesto al sindaco di verificare perché se così fosse, sarebbe inconcepibile”. All’intervento in aula Firrincieli ha fatto seguire questa nota stampa.
“Mi segnalano difficoltà in ospedale, a Ragusa, riguardo agli interventi programmati di chirurgia per i bambini che, addirittura, non si farebbero. Tutto questo perché esisterebbe una circolare in vigore dallo scorso 1° aprile che impedirebbe ai ragazzini sotto i 14 anni di essere operati. Ovviamente, a meno che non si tratti di una urgenza. Ma, naturalmente, ci si rende conto che tutto ciò non può funzionare. Per questo, sono intervenuto in Consiglio comunale chiedendo al sindaco di verificare come stanno le cose, facendo, eventualmente, sentire la propria voce di primo cittadino”. “Sembra, da quello che ho appurato – aggiunge Firrincieli – che non si possa pianificare alcuna operazione di chirurgia infantile pediatrica nella nostra città e vorremmo capire quali sono i motivi. Per cui l’unica alternativa sarebbe quella di rivolgersi a una clinica privata, anche di quelle presenti nella nostra area, con costi che si aggirano intorno ai 4mila euro per le operazioni più semplici.
Tutto ciò è assurdo. Anche perché, in questo modo, le fasce deboli rischiano di essere completamente messe fuori gioco con rischi di un certo tipo che potrebbero interessare da vicino proprio i bambini. Ed è quello che, ovviamente, si vuole evitare. Ho sollecitato l’Amministrazione comunale, dai banchi dell’aula, a verificare come stiano realmente le cose e, se necessario, a dire la propria in maniera forte. Se così fosse, lo ribadisco, sarebbe una circostanza davvero inconcepibile”. E a noi che scriviamo queste rughe, piace ricordare che recentemente, per una serie di coincidenze fortuite, eravamo venuti a conoscenza diretta di un fatto esemplare delle difficoltà per le famiglie che questa situazione viene a creare. Il bambino di una famiglia di un comune montano ibleo accusa forti dolori addominali. Il medico del pronto soccorso di Ragusa diagnosticando una appendicite infiammata ne chiede il ricovero in chirurgia dove però il ragazzino non viene ricoverato per questa nuova disposizione. La famiglia è costretta a portare il bambino in un ospedale catanese dotato di chirurgia pediatrica. Non essendo necessario l’intervento la famiglia torna a Ragusa dove il ragazzino viene ricoverato in pediatria per le cure del caso. Una odissea dunque conclusasi positivamente. Ma evidentemente non si può sempre sperare nella benevolenza della sorte per cui occorre avere in loco la certezza di cure e strutture adeguate. (da.di.)