È stato elaborato il decreto interministeriale che attiva la super deduzione sulle assunzioni, come previsto dal primo modulo della riforma fiscale del Dlgs 216 del 2023. Questa misura, che permette una deduzione del costo del lavoro fino al 120% (portata al 130% per determinate categorie di lavoratori, come giovani, donne e soggetti già beneficiari del reddito di cittadinanza), si applica a tutte le imprese e ai lavoratori autonomi, indipendentemente dalla loro forma giuridica. Nel Documento di economia e finanza di aprile, il governo ha stimato che questa nuova forma di incentivazione all’occupazione stabile coinvolgerà inizialmente circa 380.000 imprese.
Il progetto di decreto del Ministero dell’Economia e del Lavoro, composto da sei articoli, stabilisce che potranno usufruire dell’agevolazione le società di capitali, gli enti non commerciali (solo per i nuovi assunti impiegati nell’attività commerciale), le società di persone, le imprese individuali, le società ed enti non residenti (per l’attività commerciale svolta sul territorio nazionale tramite una stabile organizzazione) e gli esercenti arti e professioni, anche in forma associativa. Sono esclusi i soggetti non titolari di reddito d’impresa (quali agricoltori e coloro che svolgono attività commerciale occasionalmente). L’agevolazione non è concessa alle società ed enti in liquidazione ordinaria, soggetti a liquidazione giudiziale o ad altri istituti liquidatori legati alla crisi aziendale.
La super deduzione è prevista a condizione che i beneficiari abbiano svolto effettivamente l’attività nei 365 giorni precedenti il primo giorno del periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2023 (o nei 366 giorni se il periodo d’imposta include il 29 febbraio 2024). È inoltre richiesto un aumento dell’occupazione, definito come il superamento del numero medio dei lavoratori dipendenti a tempo indeterminato nel periodo d’imposta precedente a quello in corso al 31 dicembre 2023. Questo meccanismo sembra già avere prodotto effetti positivi, come dimostrato dall’aumento dell’occupazione registrato dall’Istat a febbraio (+142.000 lavoratori permanenti). Maggiore è l’assunzione nel corso del 2024, maggiore sarà l’incentivo ottenuto.
Il decreto, atteso la firma del ministro Calderone, sarà discusso domani a Palazzo Chigi durante un incontro tra la premier Giorgia Meloni, i sindacati e sarà esaminato dal Consiglio dei Ministri il giorno successivo. Il decreto Coesione, che prevede un forte impulso all’occupazione e dispone di 43 miliardi di fondi per politiche del lavoro, sociali e di sostegno alle imprese, sarà al centro della discussione. Questi fondi, con il contributo nazionale, ammontano a 74 miliardi di euro.
La premier Giorgia Meloni ribadirà agli interlocutori sindacali, anche in vista del 1° maggio, l’impegno a continuare sulla strada della riduzione del cuneo fiscale (con una riduzione fino a 7 punti percentuali, in vigore fino a dicembre) e del bonus per le lavoratrici madri (la detassazione è valida solo per quest’anno per le madri con due figli). Si discuterà anche di un sostegno alle famiglie a basso reddito. Secondo la versione più recente delle informazioni, è in corso la valutazione di un bonus natalizio fino a 100 euro per i nuclei monoreddito, cioè famiglie con un solo lavoratore dipendente che guadagna fino a 28.000 euro all’anno e almeno un figlio a carico. È inoltre in programma una riforma dei premi di produttività a partire dal 2025, con un ritorno all’aliquota del 10% (fino a 3.000 euro). La contrattazione collettiva avrà un ruolo fondamentale nella definizione di queste misure.