Prendiamo atto della volontà di risolvere l’annoso problema delle liste di attesa che si è venuto ad intensificare soprattutto nel periodo post covid e siamo contenti che finalmente la sanità ritorni al centro del dibattito politico, ancorché svolto in periodo elettorale.
Per quanto riguarda le soluzioni prospettate siamo del parere che, invece, di shiftare verso il privato accreditato che in questo momento sembra essere l’unica soluzione per evadere le lunghe liste di attesa, riteniamo indispensabile un maggior investimento sul sistema pubblico, sugli uomini e sulle donne che ci lavorano così Pina Onotri, Segretario Generale Sindacato dello SMI.
Le cause delle liste di attesa sono d’attribuire a dieci anni di tagli. Riteniamo, per questo, che bisognerebbe affrontare in modo strutturale le cause dell’ inefficienze delle aziende sanitarie, evitando di trasferire ulteriori prestazioni verso soggetti privati e impoverendo, di più, il SSN pubblico. Basta scorrere le statistiche in chiaroscuro per medici di famiglia e pediatri in Italia. Le due categorie dell’assistenza territoriale nell’insieme continuano a perdere pezzi. Il numero di pensionati e di esodi imminenti resta alto; così come tra il 2010 e il 2020 in Italia sono stati chiusi 111 ospedali, 113 Pronto Soccorso e tagliati 37000 posti letto.
Sono queste le principali cause che determinano le liste di attesa per la fruizione di prestazioni ambulatoriali e di ricovero da parte dei cittadini nel nostro Paese.
Occorrono prevedere investimenti ingenti per il SSN con un diverso rapporto PIL/ spesa sanitaria per assicurare l’erogazione delle prestazioni entro tempi adeguati rispetto alla patologia e alle necessità di cura, assicurando a tutti i cittadini italiani la fruizione dei Livelli Essenziali di Assistenza