Lo scorso 27 giugno nell’aula consiliare del Municipio di Prato si è svolta la presentazione del libro di Paolo Marrocchesi, presidente del Centro Studi “Giorgio La Pira” di Poggibonsi, dal titolo “Le radici con le ali” (Betti Editrice). Tra gli interventi in programma anche quello dell’ispicese Corrado Monaca, autore della postfazione al volume. Il suo intervento ha offerto l’occasione per ricordare, tra le altre cose, la figura del sociologo modicano Angelo Scivoletto scomparso nel 2016.
Marrocchesi, classe 1938, intervistato dal giornalista Paolo Bartalini, ripercorre i momenti salienti della sua vita: il periodo bellico, il lavoro e l’impegno politico nel dopoguerra; l’associazionismo di ispirazione cattolica e le varie edizioni del Premio Giorgio La Pira, organizzato tra gli anni ‘80 e ‘90 dall’omonimo Centro studi di Poggibonsi, per arrivare fino ai giorni nostri. Completano il volume un ampio repertorio fotografico e un’appendice di scritti e contributi esterni.
Tra questi c’è il testo di Monaca. Dopo aver ricordato la comune militanza, la condivisione dei principi di Giorgio La Pira e la lunga amicizia che lo lega a Marrocchesi (risalente al 1988), l’ispicese ha fissato sulla pagina alcuni spunti di riflessione politica, culturale e personale scaturiti dalla lettura di “Le radici con le ali”. Uno, in particolare, l’ha dedicato al commosso ricordo di Angelo Scivoletto, figura ingiustamente dimenticata.
Nato a Modica il 24 luglio 1925, laureatosi in Filosofia a Catania con Carmelo Ottaviano, Angelo Scivoletto iniziò a insegnare presso il Liceo scientifico comunale di Scicli (1950-51). Nel 1951-52 si trasferì in Toscana, per insegnare Storia e Filosofia nel Liceo classico dei Padri Scolopi, diventato Convitto Nazionale Cicognini nella città di Prato. Il filosofo Carmelo Ottaviano, suo professore, gli consigliò di incontrare uno studioso di alto rigore, il prof. Gaetano Capone Braga dell’università di Firenze, dal quale ebbe suggerimenti stimolanti. A Firenze conobbe anche il conterraneo Giorgio La Pira, del quale divenne amico e collaboratore.
Con lui ebbe un legame profondo tra ispirazione religiosa, preghiera, azione per la pace e attività politico-culturale, che durò fino al l 1967. Scivoletto, inoltre, curò la collana editoriale “Philosophia”, che accoglieva le pubblicazioni di giovani ricercatori di studi filosofici sociali. Nel 1970 fondò l’Istituto di Sociologia di Parma – che successivamente si trasformerà in Dipartimento di Studi Politici e Sociali – di cui sarà direttore fino al 1999 svolgendo anche la funzione di Preside nella Facoltà di Magistero dal 1978 al 1986. Studioso di Émile Durkheim, gli dedicò un libro – Il metodo sociologico di Émile Durkheim, F. Angeli, Milano, 1970 – che rimane tuttora un riferimento nella cultura sociologica.
Alla presentazione sono intervenuti, oltre gli autori, Gabriele Alberti presidente del Consiglio comunale di Prato, Francesco Zini docente di Filosofia politica all’università di Siena, Maurizio Cotta docente emerito di Scienze politiche all’università di Siena, Roberto Cenni ex sindaco di Prato, e Marco Ricceri segretario generale dell’EURISPES.