Ragusa – “Ha parecchio scosso l’opinione pubblica della città la notizia dell’arresto, seppure ai domiciliari, di uno dei nostri medici di punta, il dott. Nino Nicosia, che per mestiere, occupandosi di cardiologia ed emodinamica, salva la vita alle persone”. E’ quanto scrive il sindaco di Ragusa, Peppe Cassì, in un lungo post condiviso sul suo profilo facebook, un post che riportiamo in toto di seguito. “La fama del dott. Nicosia travalica i confini del nostro territorio, il reparto che gestisce da direttore di unità operativa è considerato uno dei migliori della Sicilia.
Come si dice in questi casi, e come dico con convinzione anche io, è giusto che la giustizia faccia il suo corso, è giusto che chi ha sbagliato paghi, una volta che una sentenza definitiva ne abbia accertato la colpevolezza (non prima). Occorre avere fiducia nel lavoro dei giudici.
Il provvedimento cautelare, cioè precedente alla celebrazione del processo, della misura restrittiva della libertà personale (immagino per un possibile, ipotetico, rischio di inquinamento delle prove, essendo da escludere le altre due fattispecie giustificative: la reiterazione del reato e il pericolo di fuga), è un caposaldo della giustizia penale e serve a giungere con la maggiore efficacia possibile all’accertamento dei fatti.
Ma il dott. Nicosia, come detto, per mestiere salva la vita alle persone, ne ha salvate tante insieme col suo staff di professionisti, adottando metodi all’avanguardia in un reparto che è diventato un riconosciuto modello sanitario, e che non può non subire contraccolpi dalla forzata e prolungata assenza del suo leader.
Per questo, da giorni, da quando ho appreso la notizia, oltre al turbamento per una vicenda che riguarda una persona della quale ho stima e di cui ho sempre e solo sentito parlar bene, sono arrovellato da un dubbio: nel perseguimento di un equo contemperamento di interessi della collettività, quello di giungere all’accertamento dei fatti anche privando in via cautelare della libertà il presunto reo, per evitare ipotetiche interferenze, e quello di garantire la piena funzionalità di un reparto dove si salva la vita alle persone, sarebbe stato possibile individuare azioni a garanzia di funzionamento della giustizia penale diverse dall’arresto?
Conosco le obiezioni, ed infatti il mio è un dubbio e non una certezza… La legge è uguale per tutti e non possono esserci figli e figliastri nella amministrazione della giustizia, anche nella applicazione di misure cautelari preventive.
Da operatore del diritto riconosco che il mio dubbio non ha fondamento giuridico. Da sindaco e autorità sanitaria locale mi preoccupa la forzata inattività di un luminare della chirurgia vascolare. Da cittadino ed osservatore politico condivido l’opinione che in Italia troppo spesso si va più facilmente in galera prima di una sentenza definitiva di condanna che dopo.