Modica – Lotta al caporalato in provincia di Ragusa. Il Commissariato di Polizia di Stato di Modica ha proceduto ad appositi controlli sulle condizioni di lavoro nelle serre della fascia costiera del comune di Scicli, dove la produzione di ortaggi costituisce un punto di forza della economia di quel centro ed ha un notevole indotto in termini di lavoro connesso.
I controlli hanno riguardato sia le condizioni di lavoro, sia le singole posizioni dei lavoratori, anche in termini di regolarità sul territorio nazionale per gli stranieri e sono stati estesi alla filiera di smaltimento dei rifiuti prodotti.
I predetti servizi si inseriscono nella più ampia cornice di controlli predisposti dalla Questura di Ragusa in ambito provinciale al fine di contrastare gli illeciti riconducibili alla violazione della normativa sul lavoro e sulla tutela dell’ambiente.
Nello specifico gli Agenti del Commissariato hanno effettuato accessi in un grande impianto serricolo – con più corpi adibiti alla coltivazione di talune varietà di pomodoro – del litorale sciclitano ed in un collegato deposito di ortaggi da destinare poi al mercato.
I lavoratori, in stragrande maggioranza stranieri nordafricani e dell’Est Europa, sono risultati essere ingaggiati e provvisti di permesso di soggiorno e/o visto per lavoro stagionale.
Per maggiori approfondimenti, molti di loro sono stati sentiti sul posto e non sono emersi profili di reità in capo al datore di lavoro in termini di sfruttamento della manodopera.
Quest’ultimo poi ha esibito agli Agenti il documento di tracciabilità dei rifiuti derivanti dal ciclo di lavorazione, ossia il cosiddetto MUD.
In un adiacente terreno di circa un ettaro, di proprietà dell’azienda agricola in questione, tuttavia, sono stati rinvenuti i cumuli degli scarti organici e si è proceduto ad invitare il titolare, attraverso specifico verbale di diffida, ad adempiere allo smaltimento nel termine perentorio di 90 giorni dalla notifica dell’atto nel rispetto della normativa vigente.
A tal riguardo, si specifica che è assolutamente vietata la combustione di qualsivoglia rifiuto, anche di natura organica, che dà luogo al fenomeno delle cosiddette fumarole.
Nel complesso sono state identificate 30 persone in maggioranza stranieri e verificate le composizioni organiche di 3 società di coltivazione diretta in impianto di serra.