Michael Roizen, anestesista e responsabile del benessere presso la Cleveland Clinic, ha 78 anni ma la sua “età biologica” è di circa 57,6 anni. In un’intervista a Business Insider, Roizen attribuisce questo ringiovanimento a una dieta per la longevità che segue costantemente. Vediamo in cosa consiste.
La dieta Mediterranea: un pilastro di salute
La dieta mediterranea è riconosciuta a livello globale per i suoi benefici sulla salute e il benessere. Questa dieta, basata su cibi integrali, frutta, verdura, legumi, latticini, e un uso limitato di carne rossa, cibi lavorati e alcol, è stata considerata la più sana per sette anni consecutivi dall’US News and World Report.
I benefici della dieta mediterranea includono:
- Miglioramento della salute cardiaca
- Perdita di peso
- Minore declino cognitivo
Roizen integra proteine animali da fonti come trota e salmone, ricchi di vitamina D e acidi grassi omega-3.
Il pasto principale a pranzo
Una delle abitudini di Roizen è fare un pasto abbondante a pranzo e cenare leggermente, spesso con un’insalata. Questa pratica sembra migliorare la qualità del sonno e il benessere generale. Uno studio dell’Università di Alagoas in Brasile ha rilevato che consumare la maggior parte delle calorie a pranzo può aiutare a prevenire e curare l’obesità, indipendentemente dalla qualità della dieta, grazie all’allineamento con i ritmi naturali del corpo.
La Longevity Diet: cinque giorni al mese ipocalorici
Roizen segue la “Longevity Diet” sviluppata da Valter Longo, professore di gerontologia e direttore del Longevity Institute della University of Southern California. Questa dieta consiste in un semi-digiuno cinque giorni al mese, equivalente a un digiuno di quasi sette anni nel lungo termine. Dopo tre mesi, i partecipanti alla sperimentazione avevano ridotto la loro età biologica di quasi tre anni. Tuttavia, alcuni medici e scienziati esprimono scetticismo, ritenendo che la dieta possa essere difficile per alcune persone.
Digiuno Intermittente
Roizen pratica anche il digiuno intermittente, mangiando tra le 11 e le 19. Anche se i dati sull’impatto del digiuno intermittente sulla longevità non sono solidi come quelli della dieta ipocalorica, Roizen afferma di sentirsi meglio seguendo questo programma. Le ricerche sono ancora in corso, e alcuni studi suggeriscono che il digiuno intermittente potrebbe non essere completamente efficace o potrebbe addirittura accorciare la vita.
L’importanza dell’età biologica
L’età biologica misura l’invecchiamento dell’organismo basandosi sull’efficacia dei meccanismi cellulari e sui marcatori della funzionalità degli organi. Solo il 25% della velocità con cui invecchiamo è legato alla genetica; il resto dipende da fattori esterni come alimentazione, attività fisica, relazioni sociali e buone abitudini.