3 polemiche 3 nel mese dell’agosto ragusano. Quella sui due eventi concomitanti al Castello di Donnafugata, quella dello spostamento dell’edizione 2024 di Ibla Buskers da Ibla al centro storico superiore della città e quella del partenariato pubblico/privato per la gestione del sunnominato Castello. Ma è sicuramente riduttivo per quest’ultima vicenda parlare di polemica più o meno accesa. Infatti i contorni della questione e l’operato discutibile dell’amministrazione Cassì l’hanno elevata al rango di una delicata e complessa battaglia politico/amministrativa sul futuro dei prossimi 20 anni del principale monumento storico e culturale del capoluogo. Abbiamo puntualmente riportato i vari interventi in merito: la denuncia del consigliere comunale 5 stelle Sergio Firrincieli, la replica del sindaco Peppe Cassì, la controreplica di Firrincieli, un post social di Fratelli d’Italia, un duro intervento critico della deputata regionale pentastellata Stefania Campo. Ma la vicenda partenariato non sembra destinata ad esaurirsi come un breve fuoco di paglia. Ed infatti Stefania Campo, a due giorni dal primo intervento, torna a farsi sentire.
L’enigma nelle carte bollate della gestione del Castello. Qualcuno spieghi alla città cosa sta accadendo: ci sono estremi per esposto”
“C’è un enigma, grande quanto lo stesso antico maniero, contenuto nelle carte della possibile cessione della gestione del Castello di Donnafugata e di Palazzo Zacco a soggetti privati. Un enigma che l’Amministrazione comunale dovrà risolvere o spiegare a chi di dovere”. Lo rileva la deputata regionale Stefania Campo, che così torna sull’importante questione. “Il dirigente del Settore XII nella sua Proposta di deliberazione n. 317 del 23 luglio scorso fa un’affermazione che ci lascia di stucco: “Preso atto che con nota acquisita al Prot. N. 91007 del 30 luglio 2024, di Logos Società Cooperativa e di Civita Sicilia …”. Cioè in una nota del 23 luglio – spiega Campo – viene espressamente citata la presa d’atto di una proposta dei privati che invece è stata protocollata al Comune il 30 luglio, e quindi dopo ben 7 giorni. Ovviamente, attendiamo spiegazioni ufficiali, e razionali, ma in via preventiva annunciamo un esposto perché già in questa prima fase, dalle carte, emergono incongruenze che consolidano i nostri attuali interrogativi.
L’Amministrazione comunale ha già da tempo interlocuzioni informali con i soggetti proponenti tali da avvantaggiarli sia nella proposta elaborata che nella tempistica? Perché se così fosse ciò non lascerebbe tante opportunità ad altri possibili gestori interessati. E cosa giustifica la volontà di avviare la procedura del Pspp con tanta urgenza, e in pieno agosto, dando ad altri possibili interessati solo il tempo minimo previsto dalla norma? I dubbi che ci assillano sono così tanti che riteniamo giusto che questi vengano vagliati opportunamente dalle autorità competenti. Oltre a questa incongruenza di natura giuridica e procedurale ci domandiamo se la Soprintendenza sia stata contattata e se è già a conoscenza del fatto che l’Amministrazione Cassì stia acquisendo proposte per esternalizzare la gestione di più beni tutelati. Gli altri dubbi riguardano la natura economica della proposta, in particolare ci chiediamo come sia stato possibile considerare economicamente ricevibile un’offerta che chiede un affidamento di addirittura dieci anni, rinnovabili per altri dieci, visto che la gestione stessa non prevede per i privati grandi costi da ammortizzare nel tempo e che tutte le spese di manutenzione straordinaria restano, giustamente, in capo al Comune di Ragusa. Sarebbe di certo più corretto, come abbiamo già avuto modo di rilevare, che il sindaco portasse avanti questo progetto solo per gli anni che restano del suo mandato. Magari per sondare la convenienza per la nostra Città e allo stesso tempo verificare la capacità gestionale del privato. Sappiamo bene che, nonostante tutte le garanzie del caso, la rescissione di un contratto diventa complicata e mette l’ente pubblico nella rischiosa condizione di lunghi contenziosi che potrebbero portare anche alla chiusura del Castello per svariati anni. E, poi, questi privati offrono alla nostra Città solo un canone fisso di 30 mila euro l’anno, che ha veramente il senso del concedere una mancia. Non contenti, dall’altra parte, si prevede paradossalmente un aumento immediato dei costi di ingresso. Praticamente due schiaffi alla Città e ai visitatori, residenti o turisti che siano, uno dopo l’altro.
Anche su questo punto chiediamo all’Amministrazione di provvedere urgentemente a rendere pubblico l’importo esatto dei guadagni del Castello. Si faccia il conto reale, trasparente e verificabile da chiunque, aggiungendo ai 620mila euro, che corrispondono alle entrate lorde dello scorso anno, anche le entrate derivanti dalla realizzazione di matrimoni ad oggi non contemplati, eventi privati, riprese video, cinematografiche e servizi fotografici. Può essere che facendo il conto fra entrate e uscite, attualmente al Comune resti meno di 30 mila euro? Ci sembra molto poco probabile.
Altro aspetto è quello dell’incorporare nell’operazione “Castello” anche il futuro gestionale di Palazzo Zacco, come a dire: “Chi si prende l’onore di gestire il Castello ci deve fare la cortesia di accollarsi l’onere di Palazzo Zacco”. Una sorta di scaricabarile del Comune nei confronti di privati – chiamiamoli – “eccessivamente volenterosi”. Eppure, Palazzo Zacco è una perla del nostro Centro superiore, ospita tutt’altra collezione, è la casa delle opere di Cappello, cosa c’entra con l’operazione “Castello” se non un volersi togliere il peso di doverlo valorizzare con passione e sacrificio, che a quanto pare a questa Amministrazione mancano del tutto?
Fra l’altro, nella proposta non viene chiarito se all’Amministrazione comunale vengano riservate giornate per poter svolgere autonomamente eventi e attività all’interno del complesso di Donnafugata, quindi ci chiediamo: come funzionerà?
Gli operatori culturali che oggi sono attivi all’interno del Castello, realizzando festival ed eventi, dovranno relazionarsi esclusivamente con il gestore privato? E con quali tariffe? E quindi potrebbe accadere che il Comune finanzi le associazioni che poi saranno costrette, a loro volta, a girare una parte di questo contributo al nuovo soggetto gestore? Ecco perché, insieme al nostro consigliere Sergio Firrincieli, approfondiremo nel dettaglio ogni singolo aspetto e, se sarà il caso, oltre all’esposto attiveremo anche la Corte dei Conti. Il Castello di Donnafugata e Palazzo Zacco non possono essere considerati dei “pesi” di cui liberarsi. Sono la ricchezza culturale della nostra Città e non solo. Se non si ha voglia di gestirli per bene, con risorse e personale pubblico e comunale, lo si dica apertamente con estrema onestà politica e intellettuale”. (da.di.)