Ragusa – “Siamo alle solite. Purtroppo, ancora promesse disattese. Il mantra di ogni governo è quello della semplificazione, sempre disatteso, sempre agognato”. Lo dice la presidente di Anc Ragusa, Rosa Anna Paolino, che spiega: “E’ di questi giorni la notizia di un altro adempimento che si traduce nell’ennesimo appesantimento burocratico senza alcun effetto reale sulla sicurezza del lavoro. Da oggi primo ottobre, infatti, per operare nei cantieri bisognerà essere titolari di uno speciale permesso, la patente a crediti. Purtroppo, già dalla sua prima applicazione emerge come la normativa entrata in vigore non sia supportata dagli strumenti tecnici per applicarla. Infatti, imprese e lavoratori autonomi dovranno presentare due domande per ottenere la patente, una in forma cartacea valida per il mese di ottobre (resa necessaria perché il sito che dovrebbe ricevere le domande in formato digitale non è ancora pronto) e un’altra per il periodo successivo.
E se da una parte l’esigenza di ridurre gli infortuni è sacrosanta, è difficile immaginare che questa riforma, da anni richiesta, possa ribaltare un settore come quello dell’edilizia dove le irregolarità, il lavoro nero, lo sfruttamento dei lavoratori, sono all’ordine del giorno”.
“Dalla disamina squisitamente teorica – continua Paolino – la normativa sulla patente a crediti è un provvedimento che potrebbe portare alla chiusura di gran parte dei cantieri operativi nei fatti, quindi finirà per essere ammorbidita, diluita, interpretata. Anche perché così come strutturata la norma porterebbe alla chiusura di gran parte dei siti operativi e il conseguente fallimento di migliaia di piccole e medie imprese”. La sanzione principale, quella della sospensione cautelare dell’autorizzazione ad operare in cantiere, è vincolata di fatto al giudizio di un giudice, più che a quello di un ispettore, il quale farà in modo di evitare, nella maggior parte dei casi, di assumersi una simile responsabilità.
“I problemi maggiori – ancora Paolino – si avranno probabilmente nei piccoli cantieri, perché, a norma di legge, il committente dovrebbe controllare che tutti quelli che entrano in cantiere abbiano la patente a punti, cosa decisamente impossibile anche in una semplice opera di ristrutturazione di una villetta. Ciò indurrà qualcuno a lavorare senza patente, visto che le sanzioni economiche non sono esagerate, ma sono pari al 10% del valore dei lavori affidati (idraulica, etc.), con un minimo di 6mila euro, ma con lo sconto per chi paga subito e si può arrivare a una sanzione di 5mila euro per un lavoro da 100mila che sarà a carico dell’azienda appaltatrice. Quanto di più facile quindi prevedere che oltre all’appesantimento burocratico la conseguenza sarà un innalzamento dei costi, necessari per coprire gli adempimenti relativi alla sicurezza e le eventuali sanzioni”.