«Avevamo detto che il tentativo di ripristinare subito l’elezione diretta delle ex Province sarebbe stato solo una tattica dilatoria, e così è stato. Oggi abbiamo una nuova conferma: il rinvio delle elezioni provinciali in Sicilia è una prassi incostituzionale. La Corte Costituzionale lo ha ribadito riferendosi a una legge del 2023 che fece slittare il voto per la 18esima volta. Ma quello di oggi, purtroppo, è un monito severo e assai attuale che, da Roma, giunge al legislatore di Palermo. Anche la leggina sul rinvio delle elezioni di secondo livello, ragionevolmente, è da ritenersi illegittima come tutte le altre.
Peraltro, la norma è stata inserita nel Ddl Urbanistica, un testo che riguarda una materia estranea al tema Province. Ciò potrebbe portare all’impugnativa anche da parte del Consiglio dei ministri. Abbiamo insomma una sola certezza: questo balletto normativo non sta facendo gli interessi dei siciliani che, invece, ci chiedono di rimettere in piedi le Province affinché tornino a occuparsi di strade provinciali, scuole, welfare e tanto altro». Così l’eurodeputato di Forza Italia Marco Falcone, commentando la sentenza 172 della Corte Costituzionale, depositata oggi, su una norma regionale del 2023 di differimento delle elezioni provinciali in Sicilia. Analogo provvedimento è stato esitato pochi giorni fa dall’Ars, esponendo la Regione – secondo l’esponente azzurro – a una nuova tirata d’orecchi da parte della Consulta.
«Voglio ricordarlo anche oggi: l’elezione diretta nelle ex Province rimane il nostro faro – sottolinea l’eurodeputato azzurro – ma è sempre più evidente che il quadro normativo nazionale non ci consente, ad oggi, di raggiungere tale obiettivo. Il territorio ha invece bisogno di essere governato subito. Ciò avverrebbe anche con le elezioni di secondo livello, senza che debbano farsi altri giochi di palazzo. Auspichiamo che a Palermo – conclude Falcone – prevalga il senso di responsabilità».