Ragusa – Sciopero generale che avremmo voluto evitare, prendiamo atto del livello di consapevolezza delle lavoratrici e lavoratori del diretto e dell’indotto che hanno aderito al 100% fermando per 24 ore il sito “Versalis” presente a Ragusa. La CGIL e la FILCTEM CGIL congiuntamente a tutte le categorie del settore industria hanno promosso una partecipazione al corteo a sostegno dello sciopero generale, lo stesso ha visto la presenza dei lavoratori direttamente interessati e la solidarietà di tanti cittadini e studenti che ogni giorno di più comprendono il dramma economico e sociale che rischia di realizzarsi se ENI non modifica urgentemente il piano industriale. Esistono tante ragioni e tantissimi argomenti per mutare lo scenario che fra sei settimane la città di Ragusa potrebbe vivere.
La vertenza deve assumere una dimensione nazionale perchè la dismissione del sito di Ragusa azzera la chimica di base utile al Paese, l’attuale gruppo dirigente di ENI non può tradire il sogno di Mattei cioè coniugare alla crescita industriale anche la crescita sociale nei territori dove l’industria di STATO ha scelto di insediarsi dopo la seconda guerra mondiale. La sfida per una reale transizione ecologica non si materializza cancellando la storia industriale ma concertando una riconversione gentile dal volto umano e qui, di volti , ne abbiamo piu di 300 tra diretto e indotto e sempre nella stessa città l’arretramento economico sarebbe senza precedenti e noi lavoriamo per creare , insieme ad ENI, altri precedenti ispirati a COSTRUIRE senza distruggere.
Lanciamo un appello per COSTRUIRE una nuova stagione ricca di alleanza strategica che vedrà impegnate tutte le nostre energie per mettere insieme I CITTADINI che RIVENDICANO e DIFENDONO la storia economica di Ragusa e più significativamente la Sicilia e il sud Italia. Il Sindacato unitariamente ha già inoltrato una richiesta di incontro al Presidente della Regione Schifani e le categorie nazionali del settore chimica ed energia, al Governo Centrale, ad oggi attendiamo una data, perché Ragusa non può essere tagliata fuori dagli investimenti previsti da ENI dal piano industriale. Siamo consapevoli che la vertenza è appena iniziata e da subito deve ASSUMERE una rilevanza nazionale in grado di affrontare e risolvere. La questione meridionale non può essere riscritta da nessuno , figuriamoci dall’industria di stato che condivide le politiche industriali con il Governo nazionale.