Dolore, lacrime, applausi e palloncini bianchi oggi a Lentini per i funerali di Margaret Spada, morta a Roma dopo essersi sottoposta ad un intervento di rinoplastica parziale. Tantissime le persone che hanno affollato la chiesa di Santa Maria La Cava e Sant’Alfio e in piazza Duomo a Lentini dov’erano presenti i sindaci di Lentini, Carlentini, Francofonte e Priolo.
“La perdita di una ragazza che ha ancora una vita davanti, è una perdita per tutta una comunità. La vita a volte ci riserva docce gelate; a volte avviene che, come un nubifragio improvviso, eventi della vita ci travolgono facendoci riscoprire tutti più fragili, più impotenti, più vulnerabili (siamo come petali al vento)” ha detto nell’omelia don Maurizio Pizzo che ha celebrato il funerale. “Questa perdita – ha detto il parroco – ci fa capire ancora di più il valore di una persona, di ogni vita, di ogni attimo irripetibile, il bisogno ancora di più di unione, la necessità di un mutuo sostegno. Di fronte ad eventi drammatici, ogni tentativo di dare risposte fredde, calcolate, preconfezionate ai perché, può deragliare sui binari morti del non senso, della spregiudicatezza, della ovvietà”.
Alle 11 è stato rispettato un minuto di silenzio in tutti gli istituti scolastici comprensivi e superiori della città.
“E’ chiaro che la morte di una coetanea per loro non è comprensibile. La scuola reagisce male perché sente il lutto per una ragazza che ha cresciuto per anni e che naturalmente ha lasciato molte tracce, molte emozioni nel cuore di tanti insegnanti che l’hanno conosciuta”. Lo ha detto prima di entrare in chiesa per i funerali Vincenzo Pappalardo, dirigente scolastico del liceo Gorgia di Lentini, la scuola che Margaret aveva frequentato. “Noi come scuola ci siamo fermati a riflettere molto sulla difficoltà che ormai abbiamo a saper veicolare adeguati strumenti critici nei confronti di questi nuovi mezzi di comunicazione e dei social.
La scuola purtroppo ancora vive una dimensione antica perché noi siamo attrezzati a leggere libri e a costruire critiche per saper interpretare e leggere libri. Ma ci rendiamo conto che ormai i ragazzi non si informano più con i libri, si informano con altri strumenti che sono molto più incontrollabili. – ha aggiunto – Non riusciamo probabilmente a far passare adeguatamente messaggi critici, che sappiano indurre ad una lettura critica di questi nuovi strumenti di informazione. Questa è la riflessione che stiamo facendo ed è la cosa su cui dobbiamo riflettere nei prossimi anni. Tutte le scuole d’Italia si devono fermare a capire come poter veicolare un’educazione che sia adeguata alla lettura e alla gestione di questi strumenti”.