Nonostante le motivazioni, molte delle quali condivisibili o, comunque, ragionevoli, fornite dalla Direzione Strategica dell’Asp di Ragusa sul trasferimento di 0ncologia dall’ospedale Maria Paternò Arezzo al Giovanni Paolo II, dove sarà allocata presso Urologia, non sono mancate le critiche alla decisione assunta. Le più veementi quelle della deputata regionale 5 stelle Stefania Campo che si è lanciata in una dura filippica contro il trasferimento bollandolo sin dall’inizio della nota stampa diffusa con un inequivocabile “Oncologia si accorpa a Urologia, gravissimo”..
Poi Campo argomenta: “Mentre Schifani e i componenti della sua maggioranza, per le Asp, pensano solo a distribuire incarichi e ad annunciare stabilizzazioni, sul fronte della oramai atavica mancanza di personale medico e infermieristico, lasciano ai primari l’incombenza di portare avanti ciò che sembra loro l’unica soluzione possibile, ovvero, razionalizzare il personale e i reparti della nuova rete ospedaliera. Tant’è che l’Asp di Ragusa sta traslocando il reparto di Oncologia, che attualmente si trova a Ibla, all’interno dell’attuale area di Urologia del Giovanni Paolo II, accorpando quindi questi due reparti e sottraendo addirittura un paio di posti letto a quello di Chirurgia”. Lo denuncia la deputata regionale del Movimento 5 Stelle di Ragusa, Stefania Campo, evidenziando come la questione risulti, ovviamente, molto grave: “Innanzitutto per i malati oncologici, soggetti già immunodepressi a causa della chemioterapia, che si ritroveranno nelle immediate vicinanze di pazienti che hanno infezioni di ogni tipo, come sono invece quelli di Urologia.
Fra l’altro, questi stessi malati oncologici, per le loro cure, si ritroveranno a far riferimento non più solo ad una ma a ben due sedi. La prima, appunto, a Ibla dove sono allocati sia il bunker che l’hospice, e la seconda al Giovanni Paolo II, provocando proprio a loro un evidente disagio, vista la distanza fra le due strutture specialistiche. Un disservizio che andrà a sommarsi alle gravi difficoltà di salute che già si ritrovano a dover fronteggiare. Dall’altra parte, l’accorpamento di Urologia e Oncologia al Giovanni Paolo II, da quel che abbiamo raccolto come informazione, non potrà che produrre una riduzione dei posti letto complessivi della stessa Urologia e anche del reparto di Chirurgia. A fare le spese di tutto questo, ancora una volta, sono i cittadini che avrebbero bisogno di più sanità pubblica – conclude Campo – e che così procedendo invece verranno oltremodo penalizzati, oltre ovviamente al personale sanitario e medico che si troverà a dover rivedere le attività che oggi vengono svolte in regime ordinario.
Annunciamo, fin d’ora, battaglia e chiederemo un’audizione urgente con il manager Pino Drago per far prevalere le indubbie ragioni dei cittadini bisognosi di cure e aiuto. La riorganizzazione, la razionalizzazione, la ripianificazione, e quant’altro, anche quando sono legittimate da buone intenzioni, dovrebbero essere focalizzate sull’obiettivo di agevolare i cittadini nel loro complicato percorso di cura, usufruendo prioritariamente del Servizio sanitario nazionale. La tutela della Sanità pubblica deve essere sempre la priorità assoluta”. (da.di.)