Ragusa – Mentre procede inesorabile il conto alla rovescia per quel fatidico 31 dicembre in cui cesserà l’attività dello stabilimento Eni Versalis di contrada Tabuna, senza alcuna certezza per il futuro dei dipendenti, occorre constatare con amarezza che imprese dell’indotto sono già state costrette a fermarsi. La denuncia viene da Filippo Scollo (segretario provinciale FILT-CGIL) e da Pippo Gurrieri (Coordinatore provinciale CUB Trasporti), che scrivono: “I0l 31 dicembre si avvicina, e con esso la chiusura dello stabilimento Versalis. Ma nell’indotto esistono realtà che già da oltre due mesi hanno visto diminuire le attività fino alla totale cessazione.
È il caso della cooperativa Ragusana operai San Giorgio, i cui lavoratori stanno pagando in anticipo sulla propria pelle gli effetti della dismissione voluta da ENI. Le promesse della direzione Versalis continuano ad essere vaghe e assai sospette per quanto riguarda i dipendenti diretti, ma per tutto l’indotto esse sono a dir poco tragiche: centinaia di famiglie rischiano di non avere più alcun reddito a partire dall’1 gennaio. Per anni ENI ha spremuto il territorio ragusano senza preoccuparsi di pianificare un futuro all’insegna dell’innovazione tecnologica e produttiva, e dei necessari passaggi verso una produzione ecologicamente al passo coi tempi. I profitti realizzati in decenni di estrazioni di idrocarburi e di produzione di materie plastiche a Ragusa sono finiti nelle tasche degli azionisti senza generare processi virtuosi di ristrutturazione in grado di garantire la continuità produttiva e occupazionale.
Per questi motivi è inaccettabile il ricatto occupazionale in atto. Come organizzazioni sindacali della cooperativa san Giorgio rivendichiamo il diritto al lavoro per tutti gli operai di questa come di tutte le altre realtà dell’indotto, il cui futuro è strettamente legato a quello dei dipendenti diretti di Versalis. Nessuna soluzione va accettata se non contempla la piena occupazione di tutto il mondo del lavoro che ruota attorno agli impianti ENI di Ragusa”. (da.di.)