Scicli – Il rombo dell’aereo nel cielo di Scicli, una giovane mamma capisce il pericolo, prende i suoi due figli in fasce e si nasconde sotto una botte. Lei muore, il piccolo Guglielmo, un anno e mezzo, ferito all’addome, sopravvive, e con lui la sorellina. Inverno 1943, Scicli subisce tre bombardamenti nel breve volgere di poche settimane. In quella che ai tempi era la via Teramo e oggi si chiama via Trinacria, si consuma l’ennesima tragedia che colpisce tutta la comunità. I due bambini resteranno orfani anche di padre, morto disperso in guerra in Russia. Guglielmo Stornello, 83 anni, sciclitano, ieri pomeriggio era presente a Villa Penna, alla messa officiata da Padre Ignazio la China e da don Nello Garofalo per commemorare le vittime del bombardamento del 28 gennaio 1943.
Porta sul corpo la ferita di quella bomba sganciata sulla casa dove abitava da neonato. È l’ultimo testimone superstite di quei fatti e 82 anni dopo la sua testimonianza commuove.
È stata scoperta ieri pomeriggio, dal sindaco Mario Marino che ha chiamato al suo fianco Marilena Tasca, della comunità “Eccomi”, che ha recuperato la memoria storica di quel momento storico, la targa in marmo con cui Scicli dice il suo No alle guerre.
Un momento intenso, reso ancor più vivido dal ricordo di chi può dire “io c’ero…”.