Modica – In occasione della giornata mondiale della sicurezza in rete, ricorre il 21° anniversario la UE la istituì nel febbraio del 2004, Il club di Modica del Kiwanis ha voluto promuovere, con l’Istituto Professionale di Stato “Principi Grimaldi”, un momento di riflessione con un convegno dal titolo: “Vivere nell’era dell’intelligenza artificiale: un uso consapevole delle tecnologie”. L’uditorio, molto attento e partecipante, composto dalle classi quarte dell’Istituto, ha avuto modo di avere consapevolezza dei danni che può determinare un uso distorto dell’Intelligenza artificiale oggi applicata in diversi settori delle attività umane.
Dopo i saluti di rito del prof. Bartolomeo Saitta, dirigente scolastico dell’istituto che ha rimarcato l’importanza dei temi in discussione per garantire la sicurezza in rete dei giovani studenti, è stato l’avv. Antonello Forestiere, Luogotenente governatore della DIV.3 Sicilia Sud- Est, che ha sottolineato la mission del Kiwanis (150 club in tutta Italia con 600mila iscritti al mondo) che è quella di porre al centro dell’interesse i bambini e i giovani al fine di garantire loro una migliore qualità della vita.
Presente la presidente del club di Modica, Maria Zingale, il relatore, Francesco Pira, professore associato di Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi e insegna Social Media e Comunicazione d’Impresa, presso i corsi di laurea magistrale e triennale del Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’Università degli Studi di Messina, si è subito integrato nel focus del tema interagendo con gli studenti parlando dei rischi insiti nelle attività delle piattaforme digitali che hanno la necessità di immagazzinare dati e immagini che non sappiamo dove finiscono e per la quali fini utilizzati. L’applicazione estensiva dell’Intelligenza Artificiale creerà da qui a poco una trasformazione della società in termini di relazioni interpersonali. Alla disoccupazione esponenziale dovuta all’applicazione della IA in tenti settori delle attività umane ci sarà una crescita enorme dell’”analfabetismo” emotivo dove la tecnologia imporrà un linguaggio non più rivolto alla razionalità delle idee ma bensì agli istinti e ai desideri di ognuno.
Questo incrementerà il tempo che l’utente impiega nell’uso della rete (oggi calcolato da una app) rendendo sempre più aggreganti gli effetti della “adultescenza” ovvero l’attività di quelle persone di una certa età che trascorrono molto tempo a duettare con le piattaforme digitali in compagnia dei figli: un cattivo esempio educativo. Gli effetti deleteri dell’IA sono legati alle immagini di violenza che condizionano la quotidianità dei giovani in processi rischiosi di emulazione che portano, certe volte, a conseguenze letali. Senza dover dire che l’eccessivo ricorso a questi sistemi conducono la persona ad una situazione di isolamento dal mondo e quindi dal reale con tutte le conseguenze del caso.
Dietro l’uso dell’ IA c’è un principio filosofico secondo il quale questo strumento non deve sostituire, come si tende a fare in numerosi settori, l’attività umana ma bensì ad accompagnarla a raggiungere nel modo migliore possibile i propri scopi. Basti ai benefici scaturenti dall’uso dell’IA nell’attività chirurgica. Si staglia nella prospettiva il primato dei valori etici assoluti dove il denaro non può e non deve essere il fine ultimo ma bensì considerare il capitale umano la vera ricchezza del vivere civile.