Ragusa – Si è svolta giovedì pomeriggio nel Municipio di Ragusa la consueta conferenza dei sindaci al cui interno si è tenuta l’audizione richiesta dalla segreteria provinciale della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale in accordo con l’Ordine dei Medici di Ragusa in merito alla situazione del Sistema Sanitario nazionale e alla riforma dello stesso.
All’interno della Sala Giunta di Palazzo dell’Aquila erano quindi presenti i sindaci e i rappresentanti dei Comuni del Libero Consorzio, il direttore generale dell’Asp7 Giuseppe Drago e i direttori dei Distretti, il presidente di Federsanità Giovanni Iacono, il segretario provinciale Fimmg Roberto Licitra, il presidente dell’Ordine dei medici di Ragusa Roberto Zelante.
“I sindaci della provincia di Ragusa – hanno dichiarato gli stessi in maniera congiunta all’esito dell’incontro – esprimono pieno e convinto sostegno a tutti medici di Medicina Generale che operano nel nostro territorio, svolgendo un ruolo centrale e strategico nel nostro Servizio Sanitario. La riforma in atto dell’assistenza territoriale, in applicazione al DM 77/2022, non può prescindere dalla valorizzazione e dalla centralità del medico di Medicina Generale, primo presidio dell’assistenza territoriale.
La nuova assistenza territoriale si pone l’obiettivo di migliorare l’accesso, la qualità, l’efficienza e la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale ed è indubbio che il rapporto personale e fidelizzato tra i medici di medicina generale e le famiglie rappresenti un patrimonio valoriale fondamentale affinché la nuova assistenza territoriale possa migliorare la presa in carico del paziente e sia efficace nella individuazione precoce dei bisogni sanitari della popolazione.
Il modello attuale basato sulla convenzione, la libera scelta del cittadino e l’autonoma organizzazione del medico di famiglia garantisce prossimità, continuità e personalizzazione delle cure rendendo possibile e proficuo il legame di fiducia fondamentale per la gestione delle patologie acute e croniche.
Per rafforzare i servizi ai cittadini e garantire una più estesa fruizione di assistenza medica, riteniamo indispensabile che vengano avviate, in tempi rapidi, le Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT) dei medici della Medicina Generale e le Case di Comunità, nell’ottica dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria con il coinvolgimento degli infermieri di famiglia e di Comunità, le equipe multi-professionali previste e i collegamenti con i servizi sociali e gli interventi socio-assistenziali, con il terzo settore, le farmacie, le reti civiche della salute.
La proposta di programma delle attività territoriali basata sul principio di inter-settorialità degli interventi è assegnato, dalla riforma, in capo ai sindaci. La sfida è quella della piena integrazione, sostenendo l’idea di cure primarie intese come vera politica per la medicina di comunità e della comunità e non solo come somma di strutture e di prestazioni.
Esprimiamo quindi il pieno sostegno al rafforzamento del ruolo dei medici di Medicina per il ruolo delicato e centrale che svolgono nel territorio, tenendo conto che massimo il 7% dell’assistenza del SSN riguarda le acuzie e gli ospedali, mentre il restante 93 % è assistenza territoriale in gran parte gestita dai medici di Medicina Generale. Facciamo quindi appello ai Legislatori Nazionali e Regionali a dare piena attuazione alla riforma con le strutture, i modelli e gli standard previsti ma, soprattutto, ponendo al centro la valorizzazione di tutto il capitale umano indispensabile al raggiungimento degli obiettivi di salute e del miglioramento della qualità dei servizi”.