Roma – L’obesità, una delle principali sfide per i sistemi sanitari oggi, un’emergenza globale, che impatta fortemente anche nel nostro Paese: sono 800 milioni le persone nel mondo che convivono con l’obesità, e secondo le stime saranno 1,9 miliardi nel 2035, ovvero una persona su quattro, con un impatto economico stimato di 4,32 trilioni complessivamente sul pianeta a causa di sovrappeso e obesità. L’incremento stimato dell’obesità fra i bambini dal 2020 al 2035 è del 100 per cento. Numeri allarmanti, portati oggi all’attenzione di tutti in occasione della World Obesity Day, che ricorre ogni anno il 4 marzo. L’edizione 2025 della Giornata Mondiale è promossa in Italia dalle società, network, fondazioni e associazioni aderenti e partner della World Obesity Federation quali la Società Italiana dell’Obesità, la Società Italiana di Diabetologia, l’Italian Obesity Network, IBDO Foundation, OPEN Italy, l’Associazione Amici Obesi, in collaborazione con EASO e ECPO, ed è stata presentata oggi in un Convengo al Ministero della Salute. Nel corso dell’evento è stata lanciata una lettera aperta alle Istituzioni per mettere il tema saldamente al centro dell’agenda politica, riconoscere l’obesità pienamente come una malattia e affrontarla come tale con gli strumenti adeguati.
“Cambiare i sistemi, vite più sane” (“Changing systems, healthier lives”) è il tema a cui è dedicata quest’anno la Giornata Mondiale. La World Obesity Day, istituita nel 2015 dalla World Obesity Federation, ricorre in tutto il mondo, coinvolgendo organizzazioni, associazioni e individui, con l’obiettivo ambizioso di invertire la crisi globale dell’obesità. La giornata ha lo scopo di sensibilizzare cittadini e istituzioni e di incoraggiare la prevenzione dell’obesità, evitando discriminazioni, pregiudizi e l’uso di un linguaggio stereotipato e stigmatizzante sulle persone che vivono con l’obesità. L’edizione di quest’anno si focalizza sull’importanza di porre l’accento sui sistemi – e non sulle persone – , che devono cambiare.
L’obesità è un’emergenza che riguarda, come il mondo, anche il nostro Paese. Secondo l’Italian Barometer Obesity Report 2024, pubblicato da IBDO Foundation e basato sui dati ISTAT e ISS, l’11,8 per cento della popolazione adulta italiana soffre di obesità, in aumento rispetto all’11,4 per cento del 2022. Il 36,1 per cento degli adulti è in sovrappeso, con un incremento progressivo negli ultimi dieci anni. L’obesità infantile rimane una questione critica: circa il 19 per cento dei bambini di 8-9 anni è in sovrappeso e il 9,8 per cento è obeso. Questi dati evidenziano una tendenza all’aumento dell’obesità in tutte le fasce d’età, con un impatto più marcato nelle regioni meridionali e nelle aree economicamente più svantaggiate.
In questo contesto negli ultimi anni il Parlamento italiano ha esaminato diverse proposte di legge mirate alla prevenzione e alla cura dell’obesità, tra cui la Proposta di Legge n. 741 (Camera dei Deputati) a firma dell’On. Roberto Pella, Presidente dell’Intergruppo parlamentare Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili, che riconosce l’obesità come malattia cronica e la include nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), e che potrebbe rendere presto l’Italia il primo Paese al mondo con una legge specifica sull’obesità.
In risposta al quadro allarmante, in termini sia di salute sia di costi sociosanitari, che l’obesità configura nel nostro Paese, l’evento di oggi è stata l’occasione per lanciare una lettera aperta alle Istituzioni, firmata dalle organizzazioni promotrici della Giornata Mondiale in Italia, con l’invito ad affrontare l’emergenza obesità attraverso un impegno concreto per:
- riconoscere l’obesità come malattia cronica e inserirla nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), garantendo un accesso equo alle cure per tutti i pazienti;
- dare piena attuazione alla legge sull’obesità, che ne sancisca il riconoscimento come patologia cronica e preveda misure di prevenzione, diagnosi precoce e trattamento;
- dare piena attuazione all’obesità nel Piano Nazionale della Cronicità, per garantire un approccio sistematico e coordinato tra i vari livelli dell’assistenza sanitaria;
- potenziare la prevenzione attraverso campagne educative nelle scuole, promozione di una corretta alimentazione e incentivazione dell’attività fisica;
- migliorare l’accesso alle cure specialistiche, aumentando il numero di centri dedicati alla gestione dell’obesità e rafforzando il ruolo dei medici di famiglia nella diagnosi precoce e nella gestione della malattia;
- regolamentare la pubblicità e il consumo di alimenti non salutari, soprattutto nei confronti dei minori, promuovendo scelte alimentari consapevoli;
- contrastare lo stigma e le discriminazioni nei confronti delle persone con obesità, attraverso iniziative di sensibilizzazione e campagne informative che promuovano una cultura dell’inclusione e del rispetto;
- sostenere la ricerca scientifica per sviluppare nuove strategie di trattamento e prevenzione.
«Riconoscere l’obesità come una vera e propria malattia e affrontarla come una priorità nazionale, a tutti i livelli istituzionali, è il principale contenuto della proposta di legge, a mia prima firma, che é stata approvata in Commissione XII alla Camera dei Deputati, grazie al supporto dei Colleghi e del Presidente Cappellacci. Unitamente a questo provvedimento, nell’ultima legge di Bilancio, in accordo con i Ministri Schillaci e Giorgetti, abbiamo creato e finanziato per tre anni un Fondo per il contrasto a questa malattia. Queste azioni concrete consentiranno all’Italia di diventare il primo paese al mondo con una legge di questo tipo, di essere un’avanguardia e un modello di confronto con gli altri sistemi sociosanitari. Nella trasformazione epocale di tipo demografico, sociale, economico e ambientale, che il mondo sta vivendo, l’epidemia dell’obesità e delle malattie non trasmissibili, insieme all’invecchiamento della popolazione, minaccia seriamente la sostenibilità dei sistemi sanitari e dobbiamo proseguire questo cammino di fattiva collaborazione», dichiara l’On. Roberto Pella, Presidente Intergruppo Parlamentare Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili.
«La Giornata Mondiale dell’obesità è un’occasione importante per dare voce ai numeri e alle criticità che riguardano questa malattia, e soprattutto per alimentare il dibattito istituzionale sulla necessità di programmare interventi mirati in termini di prevenzione e cura», dichiara la Sen. Daniela Sbrollini, Presidente Intergruppo Parlamentare Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili e Vice Presidente della 10a Commissione Permanente (Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale) del Senato, «È giunto il momento che la politica si impegni ad attuare gli obiettivi prioritari che riguardano il contrasto a questa malattia. Occorre una forte alleanza tra istituzioni governative, parlamentari, scientifiche, accademiche e persone con obesità per coinvolgere e rendere partecipi tutti della necessità di agire ora e intervenire».
«Il riconoscimento dell’obesità come una malattia cronica è un aspetto fondamentale nel contrasto a questa emergenza, che richiede il pieno supporto da parte della società e della politica – dichiara il Prof. Andrea Lenzi, Presidente del CNBBSV della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Presidente OPEN Italy – La governance a livello globale, di Paese e città è importante, ma di solito è frammentaria, bloccata in silos, spesso focalizzata sulla scelta individuale e incapace o non disposta a prendere le distanze da una forte influenza commerciale e da obiettivi politici a breve termine, motivo per cui è necessario lavorare insieme per cambiare percorso per una migliore salute umana e planetaria».
«È importante sottolineare che l’obesità rappresenta una vera e propria malattia e non soltanto un fattore di rischio per altre condizioni cliniche, le quali possono peraltro peggiorare un quadro di comorbidità complesso e articolato. Può essere definita come una malattia eterogenea e multifattoriale influenzata da fattori genetici, ambientali e psicologici – dichiara il Prof. Luca Busetto, Vice-President for the Southern Region of European Association for the Study of Obesity – Occorre considerare l’obesità come una malattia cronica e pensare alla prevenzione e al trattamento dell’obesità al pari delle altre malattie croniche non trasmissibili. Questo implica un miglioramento dell’assistenza per i pazienti che hanno già questa malattia, e richiede, dal punto di vista della prevenzione, degli interventi non più basati solo su delle scelte individuali, ma di tipo sistemico.
La responsabilità per la prevenzione ed il trattamento dell’obesità non ricade quindi solo sulle professioni sanitarie, ma coinvolge le istituzioni politiche nazionali e locali, gli amministratori dei sistemi sanitari, le istituzioni educative ad ogni livello, i luoghi di lavoro, i cittadini. È quindi necessario che tutte le figure coinvolte condividano la visione dell’obesità come malattia cronica e parlino un linguaggio condiviso. L’EASO ha quindi proposto una tassonomia dell’obesità in grado di fornire un linguaggio comune su questa malattia e utilizzabile nei molteplici contesti di interesse. L’Italia, in quanto membro del gruppo EASO, è il primo elemento dell’associazione a proporre un adattamento della tassonomia alla lingua nazionale. Con questo progetto, speriamo di incoraggiare i cittadini Italiani all’utilizzo di un linguaggio riguardante l’obesità che, da qui in poi, sarà corretto, rispettoso, e scientificamente accurato, per promuovere la salute e il benessere non solo di chi è affetto da questa malattia, ma di tutti».
«In termini di impatto clinico e di spesa medica per il trattamento anche delle malattie che ne derivano, l’obesità rappresenta una sfida che, se non adeguatamente affrontata, condizionerà le generazioni future con importanti conseguenze negative sul sistema sanitario e sulla nostra società tutta», dichiara il Prof. Rocco Barazzoni, Presidente della Società Italiana dell’Obesità, «Prevenire l’aumento di peso e il riacquisto di peso sono impegni essenziali per centrare gli obiettivi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e per far sì che sia efficace il trattamento dell’obesità. È tempo che la politica ponga questi obiettivi pienamente al centro della sua agenda».
«È giunto il momento di mettere in atto soluzioni di politica sanitaria e di governance clinica che siano in grado di dare risposte concrete alle persone con obesità e soprattutto che coinvolgano e siano disponibili per l’intera popolazione, al fine di aumentare il supporto e diminuire le disuguaglianze di accesso alle cure sul territorio – dichiara il Prof. Paolo Sbraccia, Presidente IBDO Foundation – Nonostante il crescente riconoscimento come malattia cronica, l’obesità continua a rappresentare una crisi sanitaria globale. La cura dell’obesità richiede lo stesso livello di urgenza riservato alle altre malattie non trasmissibili, per le quali un accesso equo alle cure, la centralità della persona e la presenza di risorse adeguate costituiscono un punto fermo dell’assistenza sanitaria».
«L’obesità rappresenta uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo del diabete di tipo 2 e di numerose altre patologie metaboliche. – dichiara la Prof.ssa Raffaella Buzzetti, Presidente della Società Italiana di Diabetologia – SID e Presidente FeSDI – Come Società Italiana di Diabetologia riteniamo fondamentale l’approccio integrato alla prevenzione e alla cura dell’obesità, riconoscendola come malattia cronica a tutti gli effetti.
È necessario che le istituzioni investano in percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali specifici, inserendo l’obesità nei LEA e garantendo l’accesso alle cure per tutte le persone obese allo scopo di limitare l’insorgenza del diabete e delle sue complicanze e comorbilità. Il legame tra obesità e diabete è strettissimo, ed è per questo che la SID e la FeSDI sostengono con convinzione questa iniziativa e l’adozione di strumenti legislativi adeguati per affrontare questa emergenza sanitaria che impatta fortemente sulla qualità di vita delle persone e sulla sostenibilità dei sistemi sanitari».
«Nel contrasto all’obesità occorre un approccio multidisciplinare, di cui sia parte centrale, accanto alle politiche di prevenzione e agli interventi mirati su alimentazione e sport, anche la lotta allo stigma sociale – dichiara il Dott. Giuseppe Fatati, Presidente Italian Obesity Network – Occorre far sì che l’obesità sia considerata da parte dei governi, dei sistemi sanitari e delle stesse persone con obesità, come già fatto dalla comunità scientifica, una malattia cronica che richiede una gestione di lungo termine, e non una responsabilità del singolo. Non dobbiamo dimenticare il ruolo che l’ambiente in cui viviamo e lavoriamo riveste nell’eziopatogenesi dell’obesità. Questo contribuirebbe in modo decisivo a ridurre la disapprovazione sociale e gli episodi di discriminazione verso chi ne è affetto, oltre a incidere sulla prevenzione, sulle cure e sui trattamenti».
«È ora che l’obesità venga considerata una priorità sociosanitaria da tutti gli attori coinvolti, per il presente e il futuro del nostro sistema – dichiara Iris Zani, Presidente Amici Obesi – Il pieno riconoscimento dell’obesità come malattia rappresenta un obiettivo prioritario per il contrasto a questa emergenza che impatta fortemente sulla società e sulle persone. Occorre portare avanti un lavoro comune con un’alleanza tra scienza, istituzioni, pazienti, promuovendo la prevenzione e la lotta allo stigma, ma soprattutto sollecitando affinché la malattia venga inclusa nei LEA per far sì che migliaia di persone in grosse difficoltà possano ricevere un adeguato percorso di cura».