Una scoperta innovativa, pubblicata sulla rivista Nature, rivela il potenziale dell’aspirina nella prevenzione delle metastasi tumorali. La chiave risiede nella riduzione del trombossano A2, una molecola che sopprime il sistema immunitario.
La ricerca, condotta dall’Università di Cambridge con la collaborazione di ricercatori italiani, ha svelato che l’aspirina agisce su un meccanismo che “risveglia” il sistema immunitario, rendendolo più efficace nel riconoscere e distruggere le cellule tumorali metastatiche.
La scoperta è nata da un’osservazione casuale durante studi sulla risposta immunitaria alle metastasi. I ricercatori hanno identificato il ruolo del gene ARHGEF1, attivato dal trombossano A2, nella soppressione delle cellule T, fondamentali per il sistema immunitario.
Test su topi con melanoma hanno confermato che l’aspirina riduce la soppressione delle cellule T e la formazione di metastasi. La ricerca apre la strada a nuove strategie immunoterapiche e alla collaborazione con studi clinici sull’aspirina.
Esperti come Nicola Silvestris dell’Aiom sottolineano l’importanza della scoperta nel contrastare le micrometastasi, responsabili di molte recidive tumorali. L’aspirina potrebbe “smascherare” le cellule tumorali, rendendole vulnerabili al sistema immunitario.
L’acido acetilsalicilico e altri farmaci molto accessibili a livello globale che agiscono sullo stesso meccanismo molecolare potrebbero quindi avere un ruolo, in futuro, nella lotta al cancro. A Cambridge già si pensa a una collaborazione con Ruth Langley della MRC Clinical Trials Unit presso lo University College di Londra, che sta guidando una delle sperimentazioni cliniche proprio sull’aspirina. “Questi dati – conclude Silvestris – pur non avendo un impatto attuale nella pratica clinica, possono rappresentare il presupposto per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche basate sul sinergismo tra aspirina e ulteriori trattamenti immunoterapici”.