Scicli – Per la Festa del Papà, che ricorre oggi, 19 marzo 2025, piuttosto che ricorrere a considerazioni generali e/o generiche sulla figura paterna, sulla sua importanza, sul rapporto padre/figli, preferiamo pubblicare un toccante contributo che ci giunge da una nostra lettrice, Marisa Carbone, che così spiega.
In occasione della festa del papà, desidero ricordare il mio papà e
tutti quelli che ci hanno lasciato. A loro non possiamo più dare
abbracci o preparare il piatto preferito nel giorno della loro festa, ma
come una preghiera queste parole possano raggiungerli per dire loro che
non ci siamo dimenticati del bene ricevuto e che gli vorremo bene per
sempre.
Questi i suoi versi
A mio padre
Canuto, ma mai stanco!
Le mani grandi e forti, che accoglievano i miei piedi piccoli e freddi.
Le spalle che mi sollevavano fino a toccare il cielo.
Bambolotto che pettinavo, l’occhio bello e suo fratello….
A mio padre, alla libertà che ha vissuto,
alla natura che ha amato,
alla famiglia che ha custodito,
al lavoro instancabile che ha coltivato.
A mio padre, proiettato nella vita, nel futuro secolare da costruire.
All’uomo, certezza per tuto di trovarlo sempre nel suo porto sicuro, accogliente ed
etereo, immerso in una vita semplice, ma sostanziale.
A mio padre, uomo mite, silenzioso e generoso nell’amore.
All’ultimo sguardo che non ho incrociato,
all’impercettibile sospiro con cui si è congedato,
alla mano fredda che ho afferrato.
A mio padre, legame indissolubile e senza tempo,
quel tempo tanto, troppo, d’altrui decantato…
Ciao, papà mio!
Marisa, tua figlia