Ragusa – “Truonu viva, Truonu viva, Truonu viva”. La triplice acclamazione di giubilo che, all’interno del Duomo di Ragusa, tende a fornire una dimensione compiuta a un rito di valenza storica, la tradizionale “scinnuta” del glorioso patrono San Giorgio, è tornata a riecheggiare più volte domenica sera. I solenni festeggiamenti in onore di San Giorgio martire si preparano con uno speciale momento religioso, la cui tradizione si perde nella notte dei tempi, caratterizzato da grande devozione e da un entusiasmo incontenibile.
Il parroco del duomo, il sacerdote Giuseppe Antoci, è entrato nei dettagli di una festa che, quest’anno, si terrà il 23, 24 e 25 maggio, sottolineando, altresì, che la celebrazione liturgica con le autorità civili e militari è in programma lunedì 28 aprile alle 19. A centinaia, domenica sera, i fedeli che hanno assistito con trepidazione alla cerimonia della traslazione del simulacro del santo cavaliere dalla nicchia in cui viene ospitato tutto l’anno sino all’abside del Duomo.
Effettuata la “scinnuta”, i componenti del comitato che cura i festeggiamenti hanno proceduto a sistemare la lancia d’argento che colpisce il drago (quest’ultima fu regalata nel 1896 dai “sangiovannari” al loro celeste patrono, San Giorgio, proprio qualche mese prima che San Giovanni venisse proclamato patrono di Ragusa superiore) e le staffe del santo cavaliere.
Quest’anno niente traslazione dell’Arca santa (contiene oltre 100 reliquie di santi, le ultime delle quali sono state collocate qualche anno fa: si tratta di quelle della beata Madre Candida dell’Eucaristia e di Santa Teresina di Gesù bambino) perché la stessa risulta essere in fase di ristrutturazione. Sarà disponibile per le fasi clou dei festeggiamenti di fine maggio. La chiesa Madre, anche quest’anno, era gremita di devoti che, dopo la santa messa, si sono stretti attorno al glorioso patrono di Ragusa, dimostrando un immutato affetto, destinato a rinnovarsi da qui sino ai giorni in cui si terrà la festa esterna. Al suono della marcia di San Giorgio, eseguita con l’organo maximum del Duomo, il simulacro, sistemato sulle spalle dei portatori, ha dato vita alla caratteristica “ballariata”. La statua si è mossa come al ritmo di una danza che affonda la sua ragion d’essere in antichi simbolismi e che cerca di ripercorrere la caratteristica andatura del cavaliere in sella al proprio destriero.
La navata centrale del Duomo è stata percorsa avanti e indietro. Per due volte, inoltre, il simulacro è stato fatto affacciare, a porte del Duomo aperte, sulla soglia del sagrato, un altro gesto simbolico, con il santo cavaliere che ha voluto rendere omaggio, in un saluto che si ripete ogni anno durante questo periodo, alla città e alla comunità dei fedeli, annunciando tra l’altro, essendo periodo di Pasqua, la gioia della Risurrezione del Cristo. Quest’anno la solenne celebrazione liturgica, benché la giornata della memoria cada il 23 aprile, cioè domani, non potrà tenersi in questa data essendo ancora l’Ottava di Pasqua. Da qui la decisione di tenerla nel primo giorno utile, appunto lunedì 28 aprile. Ieri pomeriggio, inoltre, al duomo, si è tenuta una messa in suffragio di Papa Francesco dopo la sua scomparsa.