La CGIL di Ragusa lancia un appello di ribellione a tutti i sindaci iblei e li invita a sospendere il Decreto Sicurezza Salvini. La scelta fatta dai sindaci di Palermo, Napoli, Bologna, Parma e di altre città nasce non tanto da una logica di “disobbedienza civile”, bensì da una obbedienza alla Costituzione Italiana, scrive la CGIL.
L’iniziativa dei Sindaci tende a sterilizzare alcuni effetti devastanti del Decreto Sicurezza come conseguenze di alcune previsioni della norma, ad esempio, la mancata possibilità per i richiedenti asilo di iscriversi all’anagrafe. A causa della mancata iscrizione all’anagrafe per molti richiedenti asilo verranno meno alcuni diritti fondamentali a partire dalla iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale. Ciò determina una condizione di continua estraneità alla comunità, a qualsiasi percorso di integrazione e la netta violazioni di alcuni diritti fondamentali. Altro punto riguarda il mantenimento del sistema Sprar che rappresenta un’ esperienza valida di accoglienza ed integrazione, a differenza di quanto vuole fare il governo attraverso l’ apertura di nuovi centri affollati dove nessuna attività, a partire dall’insegnamento della lingua, viene prevista per costruire reali percorsi di inclusione e cittadinanza.
Nel nostro territorio il rischio primario è quello di incrementare le file del lavoro nero e diventare vittima di sfruttamento diretto o attraverso l’intermediazione illecita, cioè il caporalato. Le conseguenze del Decreto Sicurezza Salvini sull’immigrazione saranno quelle di un incremento della presenza di irregolari nel nostro territorio e quindi della sempre maggiore disponibilità di persone senza alcun diritto che ingrosseranno le file del lavoro nero e delle diverse attività irregolari. L’effetto finale sarà una crescita della insicurezza per tutti. Per questo crediamo che il nostro territorio debba riflettere in maniera attenta su quali effetti queste norme potrebbero innescare, e a partire dai Sindaci scegliere di “obbedire” ai valori della nostra Costituzione prevedendo, come sta avvenendo in altre parti del Paese, la possibilità di sospendere alcune norme del Decreto Sicurezza Salvini nell’interesse generale di tutti.
Ciò che prevede il Governo in materia di accoglienza attraverso l’apertura di centri affollati affidati a chiunque possa avere l’interesse secondo un proprio business plan, determinerà di fatto condizioni di difficile integrazione e maggiore conflitto sociale a partire dai quartieri dove si insedieranno queste strutture. Allo stesso modo la scelta di non riconoscere diritti fondamentali, come l’accesso ai servizi sociali attraverso l’iscrizione all’anagrafe, determinerà una condizione di fragilità sul piano dei diritti umani ed un incremento della vulnerabilità di queste persone il cui destino non potrà che essere quello di finire nelle mani delle diverse forme di illegalità e criminalità organizzata. Per questo riteniamo sbagliato il Decreto Sicurezza in quanto viola espressamente i diritti umani ed è criminogeno.
La Cgil di Ragusa, già impegnata anche a livello nazionale contro le politiche del Governo ed in particolare contro questo Decreto Sicurezza insieme a Cisl, Uil, Arci, Libera, Avviso Pubblico, Acli, Legambiente, propone ai Sindaci della provincia Iblea di schierarsi a fianco dei colleghi di Palermo, Napoli e di tante altri Comuni affinché possa affermarsi in questo Paese una diversa idea di gestione e governo di alcuni problemi epocali come l’immigrazione, a partire dal rispetto della centralità della persona umana dentro un orizzonte che vede tutti impegnati compresa l’Unione Europea per costruire un Europa spazio comune che si contraddistingue per i valori di civiltà e solidarietà.