Lunedì alle 19.00 al Comune di Pozzallo, considerata la grave crisi economica e sociale che sta attraversando il Paese e, in particolare, la Sicilia, sarà sottoscritto un patto nel segno di Giorgio La Pira, in continuità con il patto sociale promosso nel 2010, su iniziativa del vescovo Antonio Staglianò, tra la Diocesi di Noto e le amministrazioni comunali.
Nel pieno e assoluto rispetto delle autonomie, della laicità delle istituzioni e delle prerogative che la legge attribuisce a ciascuno, si stabilisce, tra la Diocesi di Noto e le amministrazioni comunali di Avola, Ispica, Modica, Noto, Pachino, Portopalo, Pozzallo, Rosolini, Scicli, un patto per il bene comune nel solco del sogno di La Pira per costruire città economicamente, culturalmente, socialmente, spiritualmente ricche e vitali. I sottoscrittori si impegnano a consultarsi in maniera permanente sui temi di interesse comune per lo sviluppo del territorio incontrandosi tutte le volte che si rende necessario; di essere ciascuno a fianco dell’altro su temi di interesse prioritari delle singole città; realizzare partenariati per partecipare a bandi regionali, nazionali ed europei per intercettare risorse per investimenti utili per il territorio.
I sottoscrittori collaboreranno mettendo a disposizione immobili, risorse economiche e risorse umane per la realizzazione di servizi educativi, sociali, culturali, turistiche che sono attualmente assenti nei territori e vigileranno per il completamento dell’autostrada nel tratto Rosolini-Modica; il completamento del porto di Pozzallo e la salvaguardia e valorizzazione della fascia costiera; la realizzazione del parco Unesco della Val di Noto per la valorizzazione dei beni culturali, naturalistici, enogastronomici del territorio; mettere al centro dell’agenda il recupero dei centri storici per favorire l’insediamento abitativo delle famiglie, favorire le azioni di integrazione tra le culture e le religioni presenti nelle nostre città, sostenere progetti di alleanza tra Chiesa, Scuola, Famiglie,volontariato consapevoli che la distanza e la contrapposizione tra queste istituzioni può alimentare inconsapevoli situazioni di disagio.