L’agricoltura siciliana in sciopero il 7 ed 8 marzo contro le importazioni dall’estero di prodotti che nel breve arco di un decennio, grazie alle non regole del commercio mondiale, stanno annientando a turno tutti i settori produttivi dell’isola. Questa la decisione assunta ieri sera al termine dell’affollata riunione di produttori del territorio tenutasi a Niscemi.
Dopo avere incassato nella riunione di Ucria le adesioni di molti comuni dei Nebrodi, dopo la riunione degli arrabbiati produttori di Gela, ieri sera a Niscemi i produttori con in testa il Sindaco Conti, ha evidenziato che non è possibile continuare a subire i colpi di questa vera e propria guerra commerciale e rimanere indifferenti, per questo è stato deciso di iniziare lo stato di mobilitazione generale. Gli agricoltori chiederanno l’adesione a tutte le attività commerciali dell’indotto. La Sicilia non si può permettere il lusso di dividere la vertenza latte del carciofo da quella del pomodoro o del latte o del grano. Il problema per tutti è uno ed ha un nome i cui effetti gli agricoltori conoscono bene sulla loro pelle: globalizzazione.
Importazioni sfrenate per ricattare nel prezzo il prodotto di casa nostra, colpevole assenza totale di controlli in tutti i porti di ingresso, corruzione indifferenza istituzionale non possono essere la ciliegina sulla torte del disastro. I Prefetti già a conoscenza della situazione dei loro territori non possono far finta di nulla e lavarsene le mani. I Sindaci che hanno il polso della drammaticità della situazione dei territori agricoli si facciano avanti, scrivono i Forconi in un comunicato stampa a firma del leader Mariano Ferro.