Agcm giudica scorretta l’attività di Lyoness, dunque ci si sta battendo per ottenere la restituzione delle somme versate da tanti aderenti. La community shopping è diventata un caso anche in Sicilia dopo il caso di un giovanissimo investitore modicano che si è allontanato da casa e sul quale è intervenuto anche il sindaco Abbate.
“Cittadini, famiglie, non lasciatevi abbagliare da promesse di soldi facili senza sforzo. Controllate la vita dei vostri figli che spesso vengono “agganciati” dal passa parola tra amici o dal web. Rovinarsi la vita è un attimo”. Queste erano state le parole di Abbate dopo che un giovane si era allontanato da casa per qualche giorno senza più dare notizie di sé e facendo temere il peggio i suoi familiari e tutta la comunità. Questo "mondo" nel quale il ragazzo è entrato, si chiama Lyoness, una delle community shopping più note a livello internazionale: la sola Lyoness Italia S.r.l, con sede a San Martino Buon Albergo (VR), nel 2017 ha realizzato un fatturato di 53 milioni, i consumatori tesserati sono un milione 368mila, 15mila le aziende convenzionate e gli aderenti entrati nel sistema per svilupparlo, acquisendo la qualifica di Lyconet Marketer, superano i 67mila.
La pratica si sostanzia nel promuovere, attraverso Internet ed eventi, l’adesione a un programma di diffusione di una formula di acquisti in cashback mediante un sistema di multilevel marketing basato sul coinvolgimento di un numero sempre maggiore di consumatori, cui si prospetta un notevole ritorno economico conseguibile con vari percorsi. L’acquisto con il cashback prevede che i consumatori si registrino gratuitamente dal portale del professionista, ricevano una card per gli acquisti necessaria a conseguire uno sconto e ottengano l’attribuzione di shopping point, e invitino nuovi consumatori a registrarsi e tesserarsi, assicurandosi così lo 0,5% di bonus amicizia (diretto) sui loro acquisti e lo 0,5% (indiretto) sugli acquisti dei consumatori tesserati “arruolati” a loro volta dai propri segnalati.
Il meccanismo viene presentato come in grado di far ottenere facili e rapidi guadagni fino all’indipendenza economica: esso, infatti, prevede anche l’assunzione della qualifica di Lyconet Marketer e un piano commissionale basato sul raggiungimento e mantenimento di elevati livelli di shopping points e si alimenta sull’attività di reclutamento di nuovi consumatori da introdurre nel circuito. Il sistema era da tempo al centro di dubbi e perplessità, ma a dare forza al malcontento di tanti aderenti è stato il provvedimento diffuso il 14 gennaio dall’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato, la quale, al termine “di un complesso procedimento istruttorio”, ha concluso che “il sistema di promozione utilizzato da Lyoness Italia S.r.l. per diffondere fra i consumatori una formula di acquisto di beni con cashback è scorretto in quanto integra un sistema dalle caratteristiche piramidali, fattispecie annoverata dal Codice del Consumo tra le pratiche commerciali in ogni caso ingannevoli”. E ha comminato alla società una sanzione di tre milioni e 200mila euro.
“Questo provvedimento del Garante, che ricalca quello dell’omologa autorità norvegese, la quale ha anche imposto a Lyoness di cessare tutte le operazioni e la promozione della sua attività in Norvegia, è un punto fermo fondamentale” spiega il dott. Ermes Trovò, Presidente di Studio 3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, a cui si sono già rivolti per essere assistiti una settantina di aderenti Lyoness da tutta Italia, ma il numero continua a crescere ogni giorno. Si tratta di persone che hanno appunto aderito al “Loyalty-Program Lyoness” ma ai quali la società, per iniziare la carriera di Lyconet Premium Marketer, ha chiesto di pagare una salata commissione d’ingresso di 2.400 euro. Non solo. Oltre a questa quota per accedere al primo livello commissionale, per poi confermarsi e per progredire nella carriera hanno dovuto reclutare tanti altri consumatori in grado di generare elevati livelli di shopping points dalla loro downline e, quindi, commissioni per i Lyconet, coinvolgendo familiari e amici, e soprattutto effettuare ulteriori versamenti per garantire un certo livello di entrate.
“Le conclusioni dell’Agcm contengono elementi più che sufficienti a legittimare la richiesta di restituzione delle somme versate, richiesta già avanzata a Lyoness Italia per tutti coloro che si sono rivolti a noi – conclude il dott. Trovò – E una restituzione integrale, fino all’ultimo centesimo. Viceversa, procederemo per le vie legali. Al giovane di Modica e agli aderenti che si sentano delusi e danneggiati voglio dire che non tutto è perduto, tutt’altro: non importa con chi e come procederanno, ma sappiano che è un loro diritto, e con concrete possibilità di successo, chiedere di riavere soldi investiti nell’ambito di un sistema che il Garante ha ritenuto viziato”.