“Ri_pensare i vuoti” è il leit motiv nonché il titolo della tavola rotonda aperta ai cittadini tenutasi ieri mattina al parco Giovanni Paolo II di Ragusa. L’appuntamento, promosso dall’Ordine degli architetti e dalla Fondazione Arch in collaborazione con il Comune, ha visto il coinvolgimento dell’Ordine degli ingegneri.
L’iniziativa, che rientra nell’ambito degli appuntamenti su “Il riuso per continuare la città”, si prefigge di avviare un dibattito a più voci per attivare sistemi e metodi di approccio da fornire all’Amministrazione per sviluppare e risolvere le problematiche sull’uso dei vuoti urbani partendo dall’area dell’ex scalo merci, di recente acquisita dall’ente di palazzo dell’Aquila. Prestigiose le presenze di ieri tra cui quella del sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, e degli architetti di chiara fama Roberto Collovà, Maria Giuseppina Grasso Cannizzo e Carmela Canzonieri. C’era anche il sindaco di Ragusa, Peppe Cassì con il vice Giovanna Licitra, l’assessore ai Lavori pubblici Gianni Giuffrida e i rappresentanti dell’associazione Insieme in città e della Società per la mobilità alternativa che sta seguendo da vicino il progetto riguardante la realizzazione della metropolitana di superficie.
“Ci siamo presi l’impegno – ha detto il presidente Scollo dell’Ordine degli architetti – di portare avanti dei ragionamenti in sinergia, apprezzando la fiducia conferita dall’amministrazione comunale, nella fase embrionale di un percorso, richiedendo una collaborazione specifica agli ordini professionali ed alla fondazione Arch. Non si tratta di fare un progetto, ma sviluppare presupposti adeguati a nuovi scenari. La giornata di sabato si può dunque definire una fase di start up”. Per Vincenzo Dimartino, presidente dell’Ordine degli ingegneri, è opportuno fare un plauso per la decisione di fornire uno spazio agli Ordini allo scopo di monitorare il vuoto urbano per poi ripensarlo. Il presidente della Fondazione Arch, Vittorio Battaglia, ha parlato dei sopralluoghi, effettuati nella giornata di venerdì, nell’area dell’ex scalo merci, alle miniere di asfalto, a Cava Gonfalone e Santa Domenica, “come fase iniziale – ha sottolineato – che ci consentirà, percorrendo il territorio, di ascoltarlo per ricevere sollecitazioni, acquisire ed elaborare conoscenze”.
Il sindaco di Parma, nel suo intervento, ha parlato degli oltre cinquanta milioni di euro di investimenti che si stanno portando avanti per riqualificare la città emiliana allo scopo di creare, in periferia, degli spazi di aggregazione per garantire dei servizi ai cittadini ma anche risorse per il centro storico che serviranno a una ulteriore valorizzazione dello stesso. Pizzarotti ha poi spiegato di avere trovato Ragusa “una città molto ordinata” e di avere avviato con l’attuale amministrazione comunale dei confronti su opportunità di collaborazione che potrebbero riguardare anche il campo del rilancio urbano. Il primo cittadino di Ragusa, Cassì, ha voluto sottolineare invece la volontà da parte dell’Amministrazione di ascoltare i ragionamenti e le riflessioni degli esperti.
“Abbiamo acquisito l’ex scalo merci di Ragusa, ritenuta un’area strategica per la città – ha detto – al fine di concretizzare idee innovative e importanti per il futuro di Ragusa. Il seminario di ieri è servito per avviare questo scambio di riflessioni con l’obiettivo di attivare un percorso che ci consenta di comprendere quale possa essere il più corretto utilizzo del sito in questione”. I giovani architetti Salvatore Digrandi, Alessio Bracchitta, Alberto Lacognata e Luigi Cavallo hanno illustrato i contenuti delle loro analisi sui vuoti urbani e sui sistemi intermodali di trasporto.
Il prof. Giorgio Flaccavento di Insieme in Città ha voluto sottolineare l’importanza del contributo da parte di tutti per la rivitalizzazione della città .“Ma senza connessione – ha detto Flaccavento – il centro storico non avrebbe questa possibilità. Il progetto della metropolitana di superficie rappresenta il primo step, perché una città è la sua mobilità, quindi è necessario riprogettare tutto il sistema con cui è cresciuta Ragusa perché le vie di penetrazione sono state abusate in modo tale da non incoraggiare a percorrere la città a piedi”.