Si è parlato di problematiche relative alla salute e alla sicurezza sui luoghi di lavoro nel corso di un incontro svoltosi in Prefettura a Ragusa alla presenza del Prefetto e dei rappresentanti dell’INPS, dell’INAIL, dell’Ispettorato del Lavoro, dello SPRESAL, della CISL e della CGIL. Si tratta della prima tappa di un percorso in cui saranno coinvolti anche gli imprenditori iblei.
Il Prefetto ha evidenziato come il fenomeno del lavoro prestato in un contesto di scarsa sicurezza sia molto spesso riconducibile al caporalato, al lavoro nero e allo sfruttamento lavorativo. A tale riguardo, il Prefetto ha rimarcato la necessità di sradicare la cultura dello sfruttamento in cui si vengono a trovare numerosi lavoratori costretti ad accettare condizioni disumane di lavoro, evidenziando, al contempo, che il messaggio che deve essere promosso, anche con la collaborazione dell’associazionismo di categoria, è che il rispetto delle condizioni di sicurezza non costituisce un onere, bensì un’operazione doverosa e altresì conveniente sotto vari profili nel rispetto della dignità umana del lavoratore. Ha, quindi, posto l’attenzione sull’importanza della formazione soprattutto dei piccoli imprenditori e sulla necessità di avviare quanto prima dei percorsi formativi sia per i datori di lavoro che per i lavoratori.
La CGIL ha segnalato che la crisi economica ha comportato un abbassamento dei livelli di sicurezza delle condizioni di lavoro in tutti i settori, dall’agricoltura, alla logistica, ivi compreso il settore pubblico, ed ha ribadito che il lavoro nero presenta stretti collegamenti con la carenza di sicurezza sui luoghi di lavoro. I rappresentanti di SPRESAL, INAIL, INPS e Ispettorato del lavoro hanno fornito contributi utili alla discussione, ribadendo l’importanza della formazione in materia, auspicando lo sviluppo di un sistema in cui vengano premiate, anche coinvolgendo i consumatori, le aziende che puntano sul rispetto degli standard di sicurezza sul posto di lavoro ed esplicitando la tipologia degli infortuni sul lavoro che si verificano in provincia ed i numeri che, rispetto alla media nazionale e regionale, risultano, tuttavia, contenuti. Il Prefetto ha quindi rinviato i lavori del tavolo ad una successiva riunione allargata.