“Camilleri è la Sicilia”. Il sindaco di Scicli Enzo Giannone esordisce così a pochi minuti dalla notizia della morte di Andrea Camilleri. “La cultura italiana deve molto a Camilleri, per quanto certi ambienti lo abbiano snobbato come intellettuale e come scrittore. Camilleri è stato un stato un grande scrittore per una ragione semplice.
Se un romanziere riesce, con la propria opera, a raggiungere milioni di persone, invogliandole a leggere, significa che ha raggiunto il suo scopo. Camilleri era stato insignito del premio Scicli, per quello che ha fatto per la nostra città. Camilleri è la Sicilia, la Sicilia che riesce ad avere un afflato europeo, perché la cultura riesce a elevare questa terra, che per molti aspetti è ancora una terra maledetta. Camilleri è riuscito a innalzare la Sicilia e a portarla ai livelli della sua tradizione millenaria”. Lo scrittore siciliano era stato insignito del Premio Scicli nella sua casa romana di via Asiago nell’ottobre del 2010, quando il sindaco pro tempore gli consegnò il Leone di Bronzo, simbolo della città.
Alla delegazione sciclitana Camilleri spiegò di essere stato lui, fra gli altri, a suggerire, nel 1998, Scicli come location per il Commissario Montalbano, facendo diventare la cittadina barocca la Vigata televisiva. La ragione era semplice: Scicli è stata in gran parte preservata dalla cementificazione selvaggia degli anni Settanta, che tanta parte di Sicilia e di Italia ha trasformato rovinandola. L’altro legame con Scicli di Camilleri è con Piero Guccione, scomparso lo scorso ottobre. Una delle figlie di Camilleri veniva a Scicli in villeggiatura e portava i nipotini da Piero Guccione. “Ho chiesto a Piero Guccione di fare il nonno supplente per me in Sicilia”, raccontò Andrea.