Sulla Ragusa-Catania e sulle incomprensibili polemiche che l’attorniano, arriva una solitaria e dura voce fuori dal coro, quella di Italia in Comune di Ragusa (Gianflavio Brafa, Claudio Conti e Giuseppe Dimartino).
Dalla formazione politica una attenta analisi ci ricorda che “quando fu pensata, oltre 20 anni fa, l’aeroporto di Comiso non esisteva, l’autostrada Siracusa- Gela si fermava a Cassibile e l’autostrada Catania-Siracusa era ancora in costruzione. Oggi la situazione è del tutto cambiata: si vola da Comiso e fra un paio di anni a 20 km da Ragusa ci sarà un casello autostradale, quello di Modica, che ci porterà a 130 km/ora fino a Messina, passando per Siracusa e Catania ma si continua a parlare dell’autostrada Catania-Ragusa come di una infrastruttura indispensabile”.
Il tutto, osserva Italia in comune “proprio quando l’unione europea ha già deciso di spostare i suoi obiettivi strategici verso il risparmio energetico, per tentare di fermare il cambiamento climatico, e fra questi obiettivi le infrastrutture per la mobilità su gomma non sono sicuramente prioritari”. Detto questo il movimento politico che si rifà a livello nazionale al sindaco di Parma, Pizzarotti, aggiunge “è probabile che, completata l’opera, ci accorgeremo che è inutile. Finora nessuno ha cercato di fare luce sui reali costi, sui tempi di realizzazione e sui disagi. Se si prende come riferimento l’infrastruttura più importante in fase di realizzazione, la pedemontana veneta, superstrada a pagamento, si nota che finirà per costare alla regione Veneto 4 volte il preventivato, 12 miliardi al posto di 3 ( relazione della corte dei conti del 2018 ) e se va bene sarà conclusa a fine 2020, 11 anni dopo l’inizio lavori. Di questo passo, se va bene, l’autostrada Ragusa-Catania sarà pronta nel 2030.
Per non parlare degli enormi disagi a causa dei cantieri sull’attuale sede stradale. Tutto per risparmiare, se va bene, 20 minuti . Se poi questo risparmio lo si vuole calare sui lunghi tragitti, come quelli delle merci che partono da Vittoria per il nord-italia, parliamo del nulla”. A questa critica radicale alla realizzanda infrastruttura, Brafa, Conti e Dimartino aggiungono delle proposte in positivo “meglio investire sui porti e far viaggiare le merci via mare. Inoltre in Sicilia ci sono quasi 15.000 km di strade provinciali in condizione che, a voler essere buoni, sono in massima parte in uno stato penoso. E sono quelli che utilizzano la stragrande maggioranza dei cittadini siciliani.
Poi ci sono le strade incompiute di competenza ANAS, quali la Agrigento-Caltanissetta e la Agrigento-Palermo, che val la pena di completare prima di iniziarne una nuova. Visto che il ministro delle infrastrutture Toninelli ha detto che l’autostrada si farà solo con fondi ANAS sarebbe opportuno che dica dove, a voler essere cautelativi, troverà nei prossimi anni almeno 2 miliardi di € che l’esperienza veneta ci porta a considerare. A questo punto puntiamo sull’autostrada Modica-Siracusa e facciamo una battaglia per la manutenzione dei 1.000 km di strade provinciali in condizioni pietose, per la messa in sicurezza dei tratti più pericolosi delle strada statale per Catania e della SS 115 e per una nuova ferrovia da Comiso a Vizzini, e da lì a Catania. Le vere opere utili ai cittadini e all’ambiente”. (da.di.)