Anche a Ragusa iniziativa di solidarietà con il popolo curdo, sotto l’attacco dell’esercito turco. Infatti venerdì 18 al Centro Servizi Culturali di Ragusa, alle ore 18, serata con la presenza di Paolo Andolina, volontario siciliano che ha combattuto in Rojava contro l’Isis, nelle Unità di Protezione del popolo (YPG) e vi è tornato in occasione dell’occupazione turca della città di Afrin.
Sarà un’occasione unica per avere informazioni di prima mano sulla nuova società del Rojava, sulle modalità del suo funzionamento, sulla resistenza della sua popolazione, sul supporto dei tanti volontari internazionali e sulle cose da fare per impedire il genocidio del popolo curdo. E’ la prima di una serie di iniziative che vedranno la luce a Ragusa. L’appuntamento è organizzato dal Comitato “Ragusani solidali con il popolo curdo” e al termine della serata un aperitivo solidale servirà a raccogliere fondi per la resistenza curda. Hanno sino ad ora aderito Il Comitato NO MUOS, la CUB, l’USB, il Gruppo anarchico, Borderline Sicilia, Il Centro Educazione alla Pace e Amnesty International.
Il Comitato “Ragusani solidali con il popolo curdo”, costituitosi nell’autunno del 2016 per sostenere la resistenza di Kobane, assediata dall’Isis da un lato e dall’esercito turco dall’altro, dopo numerose iniziative di solidarietà e controinformazione, si è riattivato in questi giorni ed ecco quanto scrive in una nota “occorre dare il massimo supporto alla nuova resistenza della popolazione della Siria del Nord (Rojava), formata in prevalenza da curdi, e da minoranze yazide, armene, cristiane, arabe, contro l’aggressione delle forze armate dello Stato Turco, membro della NATO e armato da tutti gli Stati occidentali (l’Italia è il secondo fornitore di armi).
Erdogan, capo della Turchia, con il benestare degli Stati Uniti di Donald Trump, ha lanciato una sanguinaria offensiva contro il Rojava con l’obiettivo primario di cancellare l’autonomia delle sue popolazioni e l’esperimento rivoluzionario in atto da diversi anni, ovvero la costruzione di una società fondata non sulla struttura statale ma su una confederazione di assemblee popolari, sulla centralità della donna, sull’ecologia e sull’eguaglianza. Il Confederalismo democratico del Rojava rappresenta una minaccia per tutti i Paesi integralisti dell’area, sia sunniti che sciiti, poiché introduce contenuti autentici di libertà tra i generi, di convivenza tra fedi religiose, di partecipazione dal basso al funzionamento della società.
Il tradimento che ancora una volta colpisce il popolo curdo non può più essere tollerato, non solo perché le forze di autodifesa del popolo (formazioni militari sia femminili che maschili) hanno sostenuto la grande battaglia che ha portato alla sconfitta l’Isis, subendo oltre 12.000 vittime, ma perché l’autodeterminazione di questo popolo di oltre 40 milioni di persone, diviso all’interno di 4 stati e ovunque discriminato, combattuto, tacciato di terrorismo, è un suo diritto inalienabile. In questo momento riteniamo essenziale bloccare la guerra dello Stato turco al popolo curdo; ogni iniziativa che vada in questa direzione è importante, tranne le chiacchiere e le false promesse degli Stati complici della Turchia che da anni la finanziano e la armano”. (da.di.)