Acate – “Pronto? Sono Teresa…”. È iniziata così la telefonata ricevuta poche ore fa dagli amministratori dell’azienda floricola ‘La Mediterranea’ di Acate, associata a Confagricoltura Ragusa, da parte del ministro dell’Agricoltura, Teresa Bellanova. Una telefonata per esprimere la propria vicinanza umana ed istituzionale nei confronti di un’azienda che sta subendo, come tutto il comparto florovivaistico italiano, gli effetti economici pesantissimi dell’emergenza legata alla diffusione del Covid-19. Ma non solo.
Il ministro ha telefonato anche per complimentarsi per l’iniziativa portata avanti da “La Mediterranea” insieme all’associazione siciliana dei florivivaisti e in collaborazione con i commercianti: mettere fiori davanti ai negozi di generi alimentali e anche davanti le edicole, affinché ognuno possa prendere un mazzo e abbellire la propria casa. L’azienda floricola siciliana ‘La Mediterranea’ si estende per circa 100 ettari e produce crisantemo programmato a ciclo continuo dà lavoro a circa 200 persone, molte delle quali straniere, perfettamente integrate con i dipendenti italiani e con il territorio in cui vivono.
Teresa Bellanova ha ritenuto opportuno complimentarsi personalmente per quella bella iniziativa di solidarietà proprio da parte di chi ha subito un colpo gravosissimo dall’emergenza in atto. E noi vogliamo ringraziarla pubblicamente, anche a nome della famiglia Gurrieri, per la sua sensibilità e per la sua vicinanza.In questo contesto Paola Gurrieri si sta inventando questa bella cosa di “donare fiori (che altrimenti vanno al macero per mancanza di mercato) per donare bellezza e speranza”. Ecco il suo pensiero nella mail inviata al Quotidianodiragusa.it
Sono Paola Gurrieri. Insieme ai miei fratelli portiamo avanti l’azienda floricola La Mediterranea srl. La nostra azienda, che si estende per circa 100 ettari e produce crisantemo programmato a ciclo continuo dà lavoro a circa 200 persone, molte delle quali straniere, perfettamente integrate con i dipendenti italiani e con il territorio in cui vivono. Si trova in Sicilia, in quel territorio più conosciuto per Montalbano e un pó meno per l’enorme quantità di aziende ortofrutticole e floricole che rappresentano per l’Italia e per l’estero delle eccellenze; più precisamente La Mediterranea si trova ad Acate. Il problema del Covid19 stia avendo ripercussioni gravissime tra i produttori di fiori recisi e vasi fioriti; Infatti tutte le aziende florovivaistiche siciliane, e la nostra, che coltivano fiori a stelo riciso o vasi fioriti stanno vivendo un momento drammatico. Potrei inviarle dei video di decine di ettari di nostri fiori fresati in serra solo per indicarle il danno economico che sta mettendo in ginocchio la nostra azienda nel periodo più favorevole dell'anno, quando i costi energetici per il riscaldamento sono vertiginosi…
Ed invece voglio scriverle della sospensione dal lavoro ad oggi di oltre 140 addetti. Le parlo di loro perchè LORO sono la nostra azienda. Non so se al nostro comparto verrà data tutta l'attenzione che merita. Noi temiamo di no, perchè i fiori restano comunque legati all’idea di un bene “voluttuario” diversamente dal comparto ortofrutticolo e agroalimentare, che ad oggi, sembra aver subito meno gli effetti del fermo. Ci stiamo riunendo in una associazione di operatori del settore per chiedere che il governo con delibera proclami lo stato di crisi del comparto florovivaistico, ma temiamo che ció non succeda. Noi come azienda abbiamo fermato la raccolta dei fiori, che invece fresiamo, come le dicevo, praticamente ogni giorno, tra gli occhi lucidi dei nostri collaboratori. Perchè noi come azienda siamo strutturati quasi come un’industria. Ma a differenza dell’industria, lavorare su una piantina , farla radicare, vederla fiorire dopo tre mesi per poi buttarla, mi creda è diverso. Un bullone o una vite, ti fermi, anche per 1 anno, ma lo ritrovi. Uguale a come lo hai lasciato. I fiori no. Li hai curati, certo, sei pagato per questo.
Ma ne hai avuto comunque cura, al meglio. E poi niente. Si buttano. Per questa ragione tutti i fiori che sono ancora nelle celle frigorifere, non posso accettare si perdano. Cerco quindi di accordarmi con i commercianti per metterle davanti ai negozi di generi alimentali e spero da domani anche nelle edicole, perchè ognuno possa prenderne un mazzo per abbellire la propria casa. Perchè alla fine dobbiamo credere, in questo contesto, pur con le preoccupazioni che inevitabilmente ci sovrastano, che tutto questo incubo abbia una fine, che ci sia ancora tanta bellezza e che da questa esperienza dolorosa ne usciremo migliori. Ma a guardarla così, con un distacco, che io onestamente non riesco ad avere, resta comunque tutto anormale. Niente è normale.
Non è normale la realtà che si vive adesso a Bergamo , non è normale accendere la tv e sentire parlare solo di morte. non è normale che non si vendano fiori e altro; non è normale che un’azienda sia costretta a sospendere più di 100 dipendenti; e non è normale che io o i miei fratelli vediamo fresare intere serre piene di fiori che al momento, qualitativamente, sono i migliori di tutta Europa. No. Non c’è nulla di normale. E io, i miei fratelli, Franco e Piero, non possiamo abituarci a tutto questo. Perchè ricordiamo sempre che insieme al nostro, c’e’ il lavoro appassionato di tutti i nostri collaboratori, quelli rimasti e quelli sospesi, che vanno via da lavoro con le lacrime agli occhi.
Ho sentito di scriverle perchè sarebbe bello dare alla conoscenza dell’opinione pubblica la nostra situazione e quella delle altre aziende del comporto florovivaistico, nella consapevolezza e nel pieno rispetto degli interventi delle autorità governative e che tale danno influirà particolarmente sull’economia della nostra regione e sul sistema sociale già fortemente provato.