Ragusa – L’emergenza sanitaria dettata dal diffondersi del coronavirus mette alla prova la deontologia e la professionalità dei giornalisti. In questo momento l’informazione è fondamentale ma a patto che sia attenta, puntuale, precisa e responsabile. Siamo chiamati ad un alto senso di responsabilità per non creare panico e allarmismi a buon mercato.Non è il momento dello ‘scoop’ o di arrivare prima degli altri su una notizia, c’è solo la necessità di una verifica smodata delle fonti e della loro credibilità. Dobbiamo informare con severità ma anche con calma, senza trasmettere panico.
Chiarezza e precisione sono gli elementi fondamentali da trasferire ai lettori oppure ai telespettatori. Non è solo una questione di procurato allarme (art. 658 codice penale) e di diffusione di notizie false o tendenziose (art. 656 codice penale), che sono reati e che sono perseguiti nei confronti di chiunque. L’informazione ai tempi del Coronavirus richiede l’etica e la responsabilità del giornalista ben oltre il dettato delle leggi e delle carte deontologiche: è una questione ontologica. E chi questa professione prova a farla senza averne alcun titolo, si metta da parte e non si azzardi a pubblicare notizie non verificate e certe: ne risponderà all’autorità giudiziaria.
Gli effetti sociali di una informazione disinvolta e carica nei toni e nelle valutazioni, rischia di essere disastrosa durante quest’emergenza sanitaria perché, purtroppo, dobbiamo prendere atto a volte che quantunque iscritti all’Ordine, taluni forse “fanno” i giornalisti, ma giornalisti non sono. E’ il momento di avere un alto senso di responsabilità nella pubblicazione delle notizie durante quest’emergenza sanitaria facendo anche discernimento scientifico e richiamando i colleghi alla deontologia e al rigore etico se qualcuno per caso deroga da queste imprescindibili esigenze.