Come ci è accaduto altre volte, preferiamo pubblicare integralmente il comunicato sull’anniversario della Liberazione della Federazione Anarchica Siciliana. Parti condivisibili, altre meno. Ma nessuna censura da parte nostra. La difficile situazione mondiale non deve farci dimenticare la ricorrenza del 25 aprile; è oltremodo necessario invece celebrarla e ricordarla proprio in questo frangente: oggi più che mai la memoria ci serve per comprendere il presente e impegnarci a cambiarlo.
75 anni fa crollava un regime che aveva insanguinato il Paese con la sua violenza, lo aveva corrotto, lo aveva indottrinato, lo aveva trascinato in una serie di guerre sanguinarie, l’ultima delle quali gli fu fatale. Il fascismo cadde sotto i colpi della sua presunzione e delle rivolte popolari e partigiane. Ma per molti antifascisti la posta in gioco non era certo quella di rimettere in sella i suoi antichi finanziatori, fiancheggiatori, protettori: il grande capitale nazionale e internazionale, la Chiesa, la borghesia timorosa della fame di riscatto e di libertà delle masse popolari.
Accadde invece proprio questo: il fascismo sopravvisse dentro le vene pulsanti del sistema, impregnò di sé istituzioni, forze armate e servizi segreti, partiti, economia, finanza; lo conobbero i lavoratori nelle cariche della polizia di Scelba e dei suoi epigoni, lo conobbero le donne nelle insulse leggi moraliste che le hanno relegate a cittadine di serie B, vittime del patriarcato e delle discriminazioni di genere, così come lo conobbero tutte le vittime del razzismo: omosessuali, disabili, rom, migranti… Con le bombe e le stragi il fascismo si è dimostrato servo utile del sistema capitalistico, ripagato con posti di potere, sdoganato, ripulito, e da quel momento spalmato nel cosiddetto arco politico costituzionale.
Con i decreti sicurezza, ultima di una serie di infamie e con l’accanimento verso gli immigrati che ne è conseguito, e contro tutti coloro che osano sfidare l’assetto profondo della società del privilegio, il fascismo si è mostrato vivo e vegeto, forte di molti amici, complici, sponsor e purtroppo anche tifosi. Questa lunga malattia autoritaria ha già intaccato enormemente le difese immunitarie della nostra coscienza sociale e perciò arriviamo all’epidemia del coronavirus deboli, incapaci di comprenderne le insidie, le minacce alla nostra libertà, lo stravolgimento dispotico che la nostra vita rischia di subire.
Oggi come ieri è necessaria l’insurrezione delle coscienze, la rivolta fisica, la disubbidienza civile, la lotta contro il fascismo vecchio e nuovo con il volto e con il cuore del razzismo più rozzo o del capitalismo liberista, distruttivo dei servizi essenziali alle persone, che riempie gli arsenali, le basi militari e i portafogli di una minoranza di pescecani. Se la nostra Resistenza non vincesse, saremo condannati a subire le epidemie mortali che questo sistema devastante continuerà a produrre con lo sfruttamento degli esseri umani e della natura; a soggiacere a un regime di paura, ad essere complici della nostra stessa oppressione. Nessun ritorno alla normalità: la normalità è il problema! Ora e sempre Resistenza! Federazione Anarchica Siciliana