Ragusa, 4 maggio 2020 – Certe storie bisogna raccontarle perché servono a dare il senso della vita e di come, in questa emergenza, essa sia stata messa in pericolo. È accaduto anche qui, nella nostra comunità, che sei persone hanno perso la battaglia contro il covid-19 lasciando addolorati e impotenti i loro cari familiari. Non li dimenticheranno. Non li dimenticheremo. Resteranno nella storia di questa drammatica e tragica esperienza. Ma c’è sempre un domani che porta con sé la speranza.
Nel nostro caso questa speranza ha il volto del giovane di Gela che per giorni è stato tra la vita e la morte. Ora sta bene, i sui tamponi sono negativi, e oggi inizia la sua “nuova vita”. Ha lasciato il reparto di Malattie Infettive, ricordiamo che era stato ricoverato, circa un mese fa, in Terapia Intensiva, proveniente dal Guzzardi dove era arrivato per un semplice ecocolordoppler. «Questo ragazzo, lo dico senza enfasi, – ha commentato il dr. Antonio Davì, direttore del reparto Malattie Infettive – ospedale Covid di Modica è rinato a nuova vita.
Una rinascita che è frutto di un lavoro certosino di abnegazione, umanità e tanta professionalità. Un’esperienza unica nella quale operatori sanitari e pazienti sono, paradossalmente, accomunati dallo stesso destino e dallo stesso virus. Sono in gioco reciprocamente le nostre vite. Non sappiamo quale sarà il nostro destino ma andiamo avanti lo stesso perché siamo l’unica speranza dei nostri pazienti che ci affidano la loro vita in modo incondizionato.»
E’ stato accompagnato all’uscita dell’ospedale dal primario e da alcuni operatori che lo hanno salutati con un groppo alla gola. Foto: il momento del saluto del paziente M. P.