Ragusa – “Oltre al danno, la beffa. I commercialisti scoprono nel testo del Dl Rilancio che il mondo delle libere professioni non esiste. I professionisti con cassa autonoma (dottori commercialisti, medici, ingegneri, avvocati) sono stati arbitrariamente esclusi dai soggetti beneficiari di una delle misure di sostegno al reddito: non sono infatti più annoverati tra le attività economiche che possono richiedere un contributo in conto esercizio, commisurato alla riduzione effettiva del fatturato ad aprile 2020, rispetto all’esercizio precedente”.
E’ la denuncia che arriva dal presidente di Anc Ragusa, Rosa Anna Paolino, che sposa in pieno la linea politica adottata dalla stessa associazione a livello nazionale e che non può fare a meno di evidenziare come “oltre un milione di donne ed uomini iscritti ad un albo professionale sono stati dimenticati, o peggio volutamente ignorati. Ecco perché, con un certo stupore – aggiunge Paolino – ci chiediamo: che sia l'ennesima, reiterata, incomprensibile, ingiustificabile e "antipatica" disattenzione del legislatore? Lo stesso legislatore che, quando ne ha avuto bisogno – in pieno lockdown da pandemia – si è invece ricordato dei professionisti, decretandoli "attività essenziali"? Con amarezza, prendiamo atto che la risposta non può che essere negativa: non si tratta di una mera distrazione, ma di una voluta, specifica esclusione dei professionisti iscritti agli enti di diritto privato di previdenza obbligatoria. Si tratta, quindi, di una estromissione intenzionale, mirata nei confronti delle professioni ordinistiche. Non chiediamo scorciatoie o privilegi.
Al contrario, ci aspettiamo di essere trattati come tutti gli imprenditori e i lavoratori autonomi del nostro Paese. A questo punto speriamo almeno che il Parlamento possa, nel corso dell’iter di approvazione del Dl Rilancio, correggere questa ignominia, eliminando l’insensata discriminazione. In caso contrario, si valuteranno tutte le più opportune iniziative da intraprendere, che non potranno che essere proporzionate al sentimento di forte sconcerto, che mai come in questo momento alberga in tutte le donne e gli uomini della categoria”. Categoria dei commercialisti che, ritenuta essenziale in tempi di emergenza coronavirus, non è più disposta a tacere e ora chiede di essere ascoltata prima che si metta mano alle norme per evitare danni da leggi inadeguate e carenti.
“Simili circostanze, tra l’altro – prosegue il presidente di Anc Ragusa – creano un clima di tensione sociale, di cui tutti, invece, faremmo volentieri a meno; siamo parte del tessuto produttivo di questo Paese e nella nostra attività quotidianamente assistiamo imprese e lavoratori autonomi. Potremmo pure essere scomodi per alcuni, ma sappiamo sicuramente di essere essenziali. Non possiamo comprendere, allora, perché, anche in presenza di rilevanti cali di fatturato, ci si debba escludere dal contributo a fondo perduto. Siamo davvero stanchi e non siamo più disposti ad accettare di essere messi da parte. Se dovesse continuare ad essere questa la strada intrapresa nei nostri confronti, non potremo che avviare le azioni del caso, con la consapevolezza che di fronte a simili provvedimenti l’adesione ad ogni eventuale forma di protesta non potrà che essere massiccia”.