Modica – L'invio dell'esercito a Pozzallo per contenere le fughe di migranti è solo un palliativo che non risolve di certo il problema e non risponde alle richieste dei cittadini iblei". Così il sindaco di Modica, Ignazio Abbate, sulla notizia dell'arrivo dei militari per contenere le fughe di migranti spesso positivi al Covid da Pozzallo. "Il problema di fondo è l'inadeguatezza della struttura. Inutile mandarci i soldati a presidiare un colabrodo qual è il Centro di Prima accoglienza di Pozzallo. Così si getta fumo negli occhi della gente e si mettono a rischio anche gli stessi militari che si trovano a fronteggiare un problema che ha radici più profonde. Anche quando si riuscissero a contenere le fughe dal Cpa, una volta trasferite negli Sprar queste persone avrebbero vita facile qualora volessero far perdere le proprie tracce.
Gli stessi Sprar hanno ormai perso di vista i principi per i quali sono nati. In questi centri l'umanità e il senso di accoglienza sembrano ormai passati in secondo piano e sempre più spesso somigliano a vere imprese economiche dove la logica del guadagno ha preso il posto della cooperazione, della solidarietà e dell'altruismo. Questi centri non hanno la minima soglia di sicurezza, ognuno di loro avrebbe bisogno dell'esercito. Ma sappiamo che questo è irrealizzabile e quindi siamo al punto di partenza. Se non scappano dal Cpa lo faranno dagli Sprar. Il problema è strutturale, ogni altra soluzione che non sia la costruzione di centri all'avanguardia è solo momentanea e dell'efficacia effimera.
Mi rivolgo al Ministro dell'Interno affinché prenda la considerazione l'ipotesi di utilizzare le caserme dismesse che abbiamo in Sicilia per ospitare in maniera dignitosa i migranti. In queste strutture sarebbe più facile far rispettare loro la necessaria profilassi sanitaria, la stessa cui sono obbligati i cittadini italiani. Dobbiamo fare di tutto per garantire ai cittadini il loro legittimo diritto alla sicurezza. Inutile raccomandare la prudenza ai nostri cittadini, costringerli alla quarantena, imporre restrizioni anche dolorose quando a pochi chilometri c'è una bomba biologica pronta a esplodere dalla quale fuoriescono quasi ogni giorno persone positive al virus che si riversano nel nostro territorio".