Condivisione anche da Italia viva Ragusa all’ iniziativa lanciata dal consigliere comunale democratico di Ragusa, Mario D’Asta, per stigmatizzare l’utilizzo del brand mafia nella nostra provincia. Ad annunciarla Salvo Liuzzo, componente del comitato nazionale della formazione politica renziana, che spiega “i simboli della mafia, il merchandising che se ne genera nelle bancarelle, nei nostri negozi di souvenir, devono essere messi al bando. Condivido, anche se di un partito diverso dal mio, l’iniziativa lanciata da Mario D’Asta per stigmatizzare l’utilizzo del brand mafia nella nostra provincia e, direi anche, nella nostra isola. Mi impegnerò per far sì che il comitato nazionale di Italia Viva e, più nel complesso, tutto il mio partito possa intervenire in maniera pressante per creare le condizioni che consentano la stesura, all’Ars, di un disegno di legge che punti a mettere al bando la suddetta oggettistica”.
Liuzzo aggiunge “è un argomento molto importante, assolutamente da non sottovalutare, per l’immagine della nostra terra. E non mi interessa che a proporlo sia stato l’esponente di un altro partito. Non ne faccio una questione di primogeniture. Ritengo che, in questo caso, sia necessario prendere una specifica posizione e superare gli steccati ideologici e le appartenenze partitiche. Parliamo del ritorno di immagine della nostra isola. Chi viene a trovarci in Sicilia e poi ritorna a casa deve potere portare con sé un ricordo del tardo barocco, della valle dei Templi, del teatro antico di Taormina, dell’Etna e non già la statuina di un picciotto della mafia con la lupara. E’ un danno d’immagine incalcolabile. E di questi oggetti in vendita nei negozi della nostra isola, anche in provincia di Ragusa, ce ne sono parecchi”. Ben altri, conclude Salvo Liuzzo, i ricordi che i turisti dovrebbero portare con sè “abbiamo le migliori bellezze architettoniche, vantiamo il migliore tardobarocco, possiamo contare sul mare, sulla neve, sul vulcano attivo più suggestivo al mondo e poi andiamo incontro a queste inspiegabili defaillance”.
A dargli manforte anche la sua compagna di partito, Marianna Buscema, coordinatrice provinciale di Italia Viva Ragusa, “no, non deve essere consentito vendere questi prodotti in Sicilia perché l’immagine della nostra terra ne esce fuori completamente stravolta. Servono delle risposte normative affinché tutto questo non sia più ammissibile”. Liuzzo, poi, conclude assicurando che investirà della questione anche il sindaco di Comiso, Maria Rita Schembari, città in cui lo stesso Liuzzo risiede, affinché anche quest’ultima possa prendere una posizione sulla delicata questione. (da.di.)