Il Coordinamento USB-Scuola e la Segreteria Provinciale manifestano tutto il loro disappunto per le situazioni che da piu’ parti, incluso parecchi iscritti, vengono poste all’attenzione del sindacato in merito ai mancati adempimenti in presenza di alunni con positività al Covid in alcune scuole di Ragusa. Non si comprende infatti, come mai alcune scuole del capoluogo non chiudano immediatamente le aule in cui sono stati accertati parecchi casi di ragazzi positivi, ed iniziano le immediate operazioni della sanificazione straordinaria delle aule e dei locali utilizzati da questi ragazzi. Di contro altre scuole della stessa Provincia , con un solo alunno positivo, immediatamente hanno dato corso a quanto indicato dalla C.M. Salute 32850 del 12.10.2020 per cui sorprendono questi comportamenti diversificati e poco tempestivi fra scuole della stessa città.
Risulta da più voci inoltre che alcuni Istituti Superiori della città, con più classi interessate da positivi anziché chiudere immediatamente tutto il plesso, si sono visti accordare dagli Enti preposti ,per sanificarlo, solo il piano delle classi interessate; trascurando che ingressi, bagni e luoghi di transito sono in comune e avrebbero potuto contribuire a far trasmettere a casa, dai positivi, il virus agli ignari conviventi. C’e di più ,in alcune classi, con ragazzi sicuramente positivi, la medesima aula ha continuato per giorni a ricevere altre classi, mentre è stata posta in D.a.D. (Didattica a Distanza) solamente la classe di appartenenza dei ragazzi positivi e peraltro su richiesta dei rappresentanti degli alunni; che hanno manifestato più solerzia al rispetto delle norme di tanti nominati Referenti per il Covid-19 nelle scuole.
Si pensi inoltre che molte e variegate interpretazioni delle norme anti-Covid, permettono concentramenti di alunni nella stessa classe (si parla di presenze di 20/22 ragazzi contemporaneamente) a stretto contatto per ore ,e poi ci si lamenta nel registrare foto di ammassamenti in piazze ,corsi o luoghi pubblici (ved. porto di Marina di Ragusa). Da tempo in merito alla rimodulazione dei tempi d’ingresso a scuola e sulla percentuale di studenti in presenza, stabilita prima al 50% e poi si paventa perfino al 75 %, è da chiarire se il 50% di studenti è inteso sulla popolazione complessiva di ogni Istituto oppure sulla popolazione complessiva di ciascuna classe.La differente interpretazione è fondamentale, a nostro avviso, perché oltre la questione dei trasporti l’aspetto più inquietante rimane il numero di studenti all’interno di ogni classe/aula. Non si comprende ,a parere di questo sindacato, tanta superficialità specialmente a scuola, proprio perché la situazione preoccupante delle varianti ha raggiunto un livello non trascurabile e viene paventato da più parti un alto tasso di trasmissibilità, che non si può superare con l’ovattamento delle notizie su quanto accade effettivamente nelle scuole.
Per tali motivazioni, come sostenuto dal ComitatoTecnico ScientificoNazionale “la Didattica in presenza è una priorità da tutelare se la situazione epidemiologica lo consente. In presenza di focolai o varianti la chiusura è una misura che deve essere considerata, dobbiamo essere pragmatici”. Appare scontato che di tali comportamenti ingiustificati saranno informati gli organi competenti e che le indicazioni del Comitato Scientifico Nazionale vengano applicate e non interpretate per impedire fraintendimenti o equivoci negazionisti o tornacontisti.