La necessità di accelerare la somministrazione dei vaccini in Sicilia vede un fiorire di inziative le più variegate. Ma prima di citarne alcune, diamo conto di quanto messo in campo dalla politica. Il segretario regionale della Lega Salvini, Nino Minardo, si riallaccia a quanto fatto dalla regione Lombardia, ovvero “l’alleanza con le imprese per vaccinare direttamente in azienda (nel rispetto delle priorità stabilite dal piano nazionale)” ed all’auspicio espresso da Matteo Salvini che “questa sia la strada giusta e spero venga presto seguita da altre regioni”. Minardo afferma di “condividere questo auspicio in pieno e ovviamente lo faccio mio attivandomi da subito per la Sicilia” e commenta “quello delle somministrazioni di vaccino ai lavoratori direttamente nelle aziende è un altro modo, ottimo, per seguire la giusta direzione. In Sicilia in particolare ho apprezzato in questi giorni la Confapi che ha lavorato per la sperimentazione pilota della vaccinazione aziendale in alcune aree industriali della nostra Regione già a partire dalla prossima settimana e grazie ad accordi specifici tra le ASP e le aziende.
Anche sul versante di una possibile produzione di vaccini in Sicilia noto con soddisfazione che qualcosa si sta muovendo e del resto la avevo sollecitata già da un po’. Sono certo che il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, non farà mancare il suo sostegno ad ogni nostra iniziativa che, con il conforto delle strumentazioni scientifiche, possa portare ad una produzione di vaccini in impianti siciliani”. Ad essere invece perplesso sulla possibilità di produrre vaccini in Sicilia è il deputato regionale del Pd Nello Dipasquale che, rivolgendosi al Governatore Musumeci lo esorta “pensi alle produzioni di pomodori che non sanno come andare avanti”. Poi Dipasquale approfondisce “ancora una volta siamo di fronte ad uno dei clamorosi bluff di Musumeci: prima si parlava della possibilità per le Regioni di acquistare direttamente i vaccini, e lui si è subito dichiarato disponibile ad acquistarli.
Adesso si parla della possibilità di produrli direttamente, e non prede occasione per dire che la Sicilia è pronta… ma è pronta a cosa? A produrre vaccini? Invece di avventurarsi in annunci improbabili, Musumeci pensi intanto a sostenere le imprese e le aziende dei nostri territori che in questo momento hanno difficoltà perfino a produrre pomodori ed arance”. Infine precisa il proprio pensiero “con questo non vogliamo dire che la Sicilia non avrebbe la possibilità di ospitare produzioni di vaccini, diciamo però che un presidente della Regione che agisce seriamente, si preoccupa di sostenere le produzioni che già ci sono nel settore dell’artigianato, dell’industria o del settore agricolo che in questo momento ha grandi difficoltà ad andare avanti anche a causa del diffusione del ‘Tomato brown’, il virus che colpisce principalmente il pomodoro e le colture serricole”. Chiusa questa parentesi ‘politica’ registriamo con interesse la proposta di Gianluca Manenti che, nella duplice veste di presidente provinciale di Confcommercio Ragusa e regionale dell’organizzazione siciliana, mette a disposizioni le sedi locali dell’assoociazione dei commercianti per farne centri vaccinali extra-ospedalieri. Manenti, rifacendosi all’operato di Confcommercio Genova, ed accogliendo l’appello del presidente nazionale Carlo Sangalli volto a promuovere questa iniziativa su tutto il territorio, afferma “già alcune nostre associazioni in Italia stanno sperimentando i presidi per i tamponi e altre realtà si stanno preparando per svolgere la medesima attività per i vaccini. Confcommercio Genova ha fatto da apripista ma anche noi, come Confcommercio Ragsua, siamo disponibili ad aprire le nostre sedi territoriali per supportare l’attività dell’Asp nella vaccinazione di massa”. Stessa proposta anche per quanto riguarda il sistema Confcommercio siciliano “dobbiamo accelerare la campagna di vaccinazione. Dopo un anno, siamo ancora alle prese con una grave emergenza sanitaria.
Ed è per questo motivo che anche Confcommercio Sicilia ha deciso di mettere a disposizione tutte le proprie sedi territoriali presenti nell’isola per supportare le attività delle aziende sanitarie nella vaccinazione di massa”. Un occhio particolare invece viene riservato alle necessità vaccinali delle persone con disabilità da Italia viva che interviene per bocca di Salvo Liuzzo, componente del comitato nazionale di Italia Viva. Liuzzo chiarisce “il fatto che la Regione non abbia ritenuto prioritario dare la precedenza nella campagna vaccinale a tutte le persone con disabilità e ai loro familiari è molto grave. Ecco perché raccogliamo il grido d’allarme che parte dalla provincia di Ragusa, con la creazione del comitato “Siamo handicappati, no cretini”, e che è stato esteso a tutti gli altri territori siciliani, per investire della questione la deputazione regionale di Italia Viva facendo sì che la stessa possa intervenire nei confronti dell’assessore alla Salute, Ruggero Razza, così da modificare le priorità per le vaccinazioni”.
L’esponente del partito renziano rileva “in questa prima settimana, da parte dei referenti in tutta la Regione, sono stati registrati report non incoraggianti sul numero di vaccinazioni effettuate e su discordanti modalità di approccio, tra Asp e Asp, con riguardo al coinvolgimento dei familiari-caregivers” e conclude “riteniamo che sia indispensabile intervenire per assicurare la priorità ai fragili, tutti, gravissimi, gravi e loro familiari, ma anche ai familiari dei fragili gravissimi e gravi infrasedicenni che non possono usufruire, in quanto appartenenti a una determinata fascia di età, di alcun vaccino. E’ una questione che deve essere affrontata con la massima urgenza perché queste persone non possono continuare a vivere una situazione di pesantissima difficoltà con il rischio di rimanere contagiati”. (da.di.)