Il Covid19 e la chiusura di tutto per la pandemia ha dato vita ad una rapida e pericolosa diffusione tra i preadolescenti e gli adolescenti di comportamenti autoplastici, cioè di violenza verso di sé, e alloplastici, ovvero di aggressività verso coetanei, adulti, cose. Il problema tra gli adolescenti compliti da vari disturbi si è diffuso anche a Ragusa e proprio per queste ragioni l’Asp di Ragusa ha dato vita ad un progetto per un Pronto Soccorso pedagogico. Ecco le motivazioni che hanno portato alla stesura del soccorso per gli adolescenti: Tra gli adolescenti sono emersi dei disturbi mai registrati prima, ovvero nuove ansie ed insicurezze, aggressività e violenze inedite, chiusure a riccio nelle camerette e/o nei social. Ed anche disturbi della attenzione e della concentrazione, stravolgimenti improvvisi al ritmo sonno/veglia. Il tutto con la DAD, la didattica a distanza, che ha contribuito a creare nuove sacche di dispersione scolastica alimentando, tra l’altro, anche ulteriori carenze formative. Di fronte a tutto questo i genitori, che prima del Covid avevano già fatto un passo indietro dal punto di vista educativo, hanno pian piano abbandonato i figli, limitandosi ad assistere preoccupati a comportamenti che non capiscono, che lasciano fare arrecando nuovi, gravi ripercussioni nel processo di crescita delle giovani generazioni. E non è finita qui. Complice la prolungata chiusura delle scuole, autentici avamposti di regole e norme, molti di questi ragazzi hanno anche perso di vista punti di riferimento e di rispecchiamento storici. Occorre intervenire. Cominciando dai genitori”.
In questi ultim mesi sonos tati tanti gli interventi di esperti per fare un appello ai genitori ed attenzionare il grave disagio che stanno vivendo gli adolescenti come effetto post Covid.
Gli adolescenti sono "sfiniti, psicologicamente molto stanchi e hanno un forte senso di precarietà". E il disagio, attraverso sintomi di ansia e depressione, si è acuito nella seconda fase della pandemia: il disturbo post traumatico da stress, legato al lockdown di marzo, "si è trasformato in un disturbo da disadattamento con una sintomatologia più stabile e più duratura, che sta provocando anche sintomi fisici, come somatizzazioni, problemi di concentrazione importanti. Con conseguenze sul piano scolastico. E nel medio e lungo termine". A tracciare il quadro è Adelia Lucattini, psichiatra e psicoanalista della Società psicoanalitica italiana (Spi) nel corso dell'incontro on line "L'impatto Covid sugli adolescenti risvolti psicologici ed esperienza clinica", durante il quale si è parlato dell'impatto della pandemia sui più giovani e delle opportunità che offre la medicina integrata.
"Il disturbo post traumatico da stress – ha spiegato Lucattini – è benigno, può guarire spontaneamente in 6 mesi. Ora però noi osserviamo disturbi 'stabilizzati'. L'ansia è piuttosto stabile, i disturbi depressivi sono stabili ed è frequente, in modo trasversale tra bambini e adolescenti, l'insonnia o i risvegli molto precoci che interferiscono con il funzionamento generale dei ragazzi. Si evince la fatica psicologica, la fatica di sostenere l'idea che siamo in una situazione pandemica destinata a durare ancora mesi. I disturbi sono diventati più intensi. E questo ha colpito noi clinici perché, anche se ci aspettavamo un aumento, non ci aspettavamo l'intensità dei sintomi che vediamo". L'esperta ha spiegato che "l'impatto della pandemia sugli adolescenti è forte e importante". E lo è stato sin dall'inizio. Ma ora si registra un'evoluzione. "Si è andato modificando e intensificando in questa seconda fase, con la ripresa della pandemia e con le nuove restrizioni già presenti in molte Regioni. All'inizio abbiamo osservato disturbi post traumatici da stress, ovvero reazioni ansiose forti come insonnia, legate un po' al lockdown, ma soprattutto allo scoppio di una pandemia, evento di cui non c'è precedente memoria e che ha traumatizzato gli adolescenti. Ma, poi, i ragazzi si sono anche ripresi rapidamente grazie ad un'estate tranquilla. Ma la seconda fase li ha colti completamente impreparati", ha aggiunto Lucattini.
Sulla prima fase ci sono già dei dati che confermano le difficoltà avute dai ragazzi. Lo studio dell'Istituto superiore di Sanità, realizzato insieme all'università della Campania Vanvitelli, molto ampio "ha constatato un aumento dei disturbi d'ansia e depressivi del 14%", ha ricordato la psicanalista. Successivamente sempre l'Iss, insieme al registro nazionale dei gemelli, ha realizzato un secondo studio con gemelli di età media di 9 anni e, anche in questo caso, "i disturbi depressivi ansiosi si attestavano intorno al 13-14%". Ma tutto questo riguarda la prima fase. "Siamo in attesa di risultati sulla seconda fase che, dai primissimi report, evidenziano dati in aumento sul disagio adolescenziale, soprattutto per i disturbi ansioso-depressivi".