E’ durato dalle 17,15 di venerdì alle 17,25 di domenica il mistero del fermo contemporaneo dell’impianti di trattamento meccanico biologico e di quello di compostaggio entrambi siti a Cava dei Modicani, a Ragusa. E c’è voluto l’intervento diretto del sindaco Cassì per spiegare, tardivamente, mentre si sarebbe dovuto pensarci in contemporanea con l’annuncio del fermo, i motivi del disagio. Ad interrompere queste 48 ore di silenzio, una scarna nota ufficiale del Comune che, alle 16 circa di sabato, comunicava senza dispendio di parole che lunedì la raccolta dell’umido sarebbe stata effettuata regolarmente, seppure con possibili rallentamenti e l’eventualità che potesse proseguire anche nel pomeriggio della stessa giornata. Per il resto silenzio quasi assoluto non solo dall’amministrazione ma anche dall’opposizione, eccezion fatta per una nota del capogruppo democratico Mario Chiavola, che, a mezzogiorno di sabato parlava genericamente di disservizi e di mancanza di progettualità dell’amministrazione.
Sulla questione infine, alle 20,25 di sabato sera sera, mentre tutti ci si accingeva al ritiro delle pizze da asporto o se ne attendeva la consegna a domicilio, per sedersi a cena, una nota di Territorio sulla vicenda avvolta ancora nel mistero. Leggiamo ora come il sindaco Cassì ha spiegato l’accaduto “non non solo sullo stato dell’impianto di compostaggio e dell’impianto di trattamento meccanico biologico di Cava dei Modicani ma anche sulla situazione nel territorio ragusano dello smaltimento dei rifiuti”. Premettendo “di comprendere il ‘gioco della politica’ con le opposizioni disinteressate alla risoluzione del problema ma intente a ‘soffiare sul fuoco’ per capitalizzare il disagio dei cittadini. A patto però che non si faccia disinformazione. Meglio quindi spiegare qual è lo stato dei nostri impianti” mentre secondo noi questa spiegazione sarebbe dovuta essere preventiva e non tardiva come è stata. Dice dunque Cassì “il fermo che ha interessato in questi giorni gli impianti di trattamento dei rifiuti di Cava dei Modicani, e cioè l’impianto di compostaggio (umido) e l’impianto di trattamento meccanico biologico (secco), ha ragioni molto diverse. L’impianto di compostaggio è al momento chiuso a causa dell’improvviso collasso dei serbatoi di contenimento dei colaticci e la necessità di sostituirli. La sostituzione ed il ripristino è programmato nei primi giorni della settimana e comunque sono in corso gli approntamenti emergenziali del caso al fine di riattivare nel più breve tempo possibile l’impianto il quale, in realtà, ha continuato a ricevere i rifiuti organici costituiti da sfalci di potatura.
L’impianto di TMB è al momento fermo per la difficoltà di trovare soluzioni alternative alla discarica di Sicula Trasporti a Lentini, già inaccessibile ai comuni del ragusano e che a giorni chiuderà del tutto lasciando a terra la metà dei comuni siciliani che finora vi hanno conferito, come sito di abbancamento del rifiuto dopo il trattamento che avviene in impianto. Per il programmato utilizzo dell’impianto di Gela siamo in attesa che chi lo gestisce completi le procedure di verifica della qualità del nostro rifiuto, tramite analisi specifiche il cui esito è atteso in settimana. Nelle more, per svuotare l’impianto che ha raggiunto il proprio limite di capienza (determinandone la chiusura), è stato programmato che un certo quantitativo di rifiuti sia trasferito presso una discarica in territorio di Trapani, per cui si attende autorizzazione entro la settimana. Ciascun Comune, in base alla propria organizzazione e tenuto conto della disponibilità dei rispettivi gestori del servizio di igiene urbana (anche in relazione alla capienza dei Centri Comunali di Raccolta da utilizzare come siti di trasferenza), comunica in questa fase emergenziale il proprio calendario di raccolta.
Il problema della carenza di impianti in Sicilia per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti sta mettendo in ginocchio l’intera regione, costretta ad ipotizzare il trasferimento dei rifiuti al nord o persino all’estero. La situazione dei comuni della provincia di Ragusa, nel contesto regionale, è di netto vantaggio, in considerazione di un paio di circostanze: il raggiungimento in ambito provinciale di una percentuale di raccolta differenziata del 65% (Ragusa è nei primi mesi del 2021 al 72%) e la presenza nel territorio di impianti di trattamento sia del secco (che già copre l’intero fabbisogno dei 12 comuni) sia dell’umido (la copertura del fabbisogno si raggiungerà a breve con l’apertura dell’impianto di compostaggio di Vittoria). Quello che manca nel territorio ragusano per completare il ciclo di trattamento e smaltimento dei rifiuti è un sito di discarica, dopo la definitiva chiusura per esaurimento della terza vasca di Cava dei Modicani risalente al luglio 2017 sito nel quale, è utile ricordarlo, per decisione della amministrazione ragusana dell’epoca che ha dato luogo ad ancora irrisolti problemi di perequazione con i comuni più popolosi della provincia, potevano abbancare solo i comuni di Ragusa, Chiaramonte, Giarratana e Monterosso.
Il tema di programmazione impiantistica nel territorio della Provincia di Ragusa è bene ricordare che già dal 2018 sono stati previsti: due impianti di digestione anaerobica da integrare con gli impianti di compostaggio esistenti, un impianto per la produzione di Combustibile Solido Secondario (CSS), da integrare al TMB esistente, diversi CCR per i comuni dell’ambito in corso di realizzazione e un impianto di valorizzazione delle frazioni secche recuperabili”. Nella nota diffusa, intanto, Territorio aveva espresso “preoccupazioni per l’ennesima emergenza rifiuti” e constatato che “nel comunicato del Sindaco (la nota stampa di venerdì n.d.r.) non si parla espressamente di guasti agli impianti, per cui non è desueto pensare che i problemi possano essere di conferimento, alla luce di una scarsa programmazione nel settore, dove pure il sindaco è Presidente della SRR”. Poi Michele Tasca, che ha da poco assunto l’incarico di Presidente di Territorio Ragusa, dichiara “è’ chiaro che occorre maggiore trasparenza per tutto il ciclo della raccolta e del conferimento dei rifiuti, serve chiarire alcune criticità per la raccolta in città, nelle periferie e nelle strade extraurbane, serve verificare il ruolo del DEC in ordine alla corretta osservanza del capitolato, per esempio per l’eliminazione di erbacce da scale e marciapiedi, occorre capire le necessità di trasferimento delle diverse frazioni di rifiuti in altre discariche alla luce della situazione di Cava dei Modicani, ormai del tutto satura, causa l’inopinata bocciatura dell’ipotesi di allargamento della quarta vasca”.
Quindi Tasca conclude “con l’auspicio di avere chiarezza anche sulle questioni intercorrenti con la Regione per l’allocazione della nuova discarica provinciale che, alla luce degli eventi risulta quanto mai necessaria in tempi brevi, per non rischiare di appesantire il carico tariffario già assai gravoso per l’utenza, dopo anni di amministrazione scriteriata e di scelte sbagliate”. (da.di.)